Tecniche miotensive a energia muscolare (MET): terapie manuali e ambito applicativo

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Tecniche miotensive a energia muscolare (MET): terapie manuali e ambito applicativo

Digitopressione imparare a conoscere tecnica e benefici di questa pratica tradizionale

Indice

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2024sab18mag(mag 18)09:00dom19(mag 19)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (19)

1. Introduzione

Nel corso Terapia manuale e tecniche miotensive verranno affrontate le Tecniche miotensive a energia muscolare (MET): terapie manuali e ambito applicativo.

Nel corso della sua attività, preceduta da un decennio di sperimentazione, Fisiotop ha sviluppato un progetto di studio mirato alla conoscenza e alla comprensione dei meccanismi di funzionamento del corpo umano e dei suoi movimenti.

In questa nostra analisi ci occupiamo di MET, le tecniche miotensive a energia muscolare che costituiscono una metodologia di diagnosi e trattamento manipolativo e, quando vengono applicate, provocano contrazioni isometriche del muscolo, allo scopo di allungarlo o aumentarne la flessibilità.

2. Tecniche miotensive a energia muscolare: le origini e lo sviluppo

Le MET (acronimo del termine inglese Muscle Energy Tecnique) sono tecniche osteopatiche specifiche che permettono ai terapisti manuali di lavorare sul corpo umano, con l’obiettivo di eliminare o correggere una condizione patologica (muscolare o articolare), oppure un problema di drenaggio.

In America le tecniche dell’energia muscolare vengono utilizzate sia nella medicina osteopatica, sia in campo fisioterapico; la loro introduzione in campo medico viene attribuita a un osteopata statunitense, Fred Mitchell, che ne descrisse le potenzialità terapeutiche già nel 1948.

In precedenza, altri studiosi avevano evidenziato l’incidenza delle disfunzioni dei tessuti molli sull’equilibrio strutturale globale e quanto fosse importante, per mantenere tale equilibrio, riportare nell’organismo una ottimale armonia fasciale, anche allo scopo di prevenire le recidive.

Sulla base dei suoi studi e di quelli degli altri scienziati, il dott. Mitchell si trovò ad elaborare un sistema diagnostico e terapeutico e lo presentò alla comunità medica osteopatica americana, che accolse con favore la novità, assegnando al “metodo Mitchell” un riscontro applicativo notevole che continua ancora oggi.

2.1 I riflessi muscolari relativi alla terapia miotensiva

Il principio alla base di questa tecnica prevede che si faccia pressione su punti del corpo ben precisi, sotto i quali scorrono i canali energetici dell’individuo. Traumi psicologici e stress psicofisico possono bloccare le energie all’interno dei meridiani, causando malesseri diffusi in tutto il corpo. Intervenendo attraverso una pressione specifica sui canali, l’energia vitale che contengono viene liberata: ciò aiuta a eliminare, o perlomeno a diminuire, sia sintomi e dolori fisici, sia malessere e disturbi psicologici ed emotivi.
Per quanto riguarda il trattamento dei dolori localizzati, acuti o cronici, la digitopressione si è rivelata efficace nel caso di problemi muscolari e post operatori. Attraverso questa tecnica si può ottenere sollievo anche per quanto riguarda mal di testa e stress. Infine, spesso vi ricorrono le donne in stato interessante, per ridurre le nausee mattutine tipiche dei primi mesi della gravidanza. In generale, si può dire che la digitopressione è adatta a tutti, perché agisce sul dolore generalizzato rilasciando le endorfine, che sono gli analgesici prodotti naturalmente dal corpo. Concludendo, non sono state individuate controindicazioni alla digitopressione, né effetti collaterali di sorta. L’unico campanello d’allarme prestare attenzione è la presenza di dolore: se il paziente lo avverte, meglio interrompere la terapia. Leggeri fastidi sull’area trattata e lividi leggeri sono, invece, assolutamente normali.

2.2 Gli organi coinvolti nella terapia con le MET

Di fatto, per realizzare l’allungamento di un muscolo si stimola un’attività apparentemente opposta, quella contrattile: in realtà, dopo una fase in cui si ritrae, il muscolo si rilassa e raggiunge una lunghezza nuova, che a riposo sarà maggiore di quella precedente all’applicazione della terapia.

Anche se la definizione delle MET fa diretto riferimento al tessuto muscolare, in realtà gli organi coinvolti nell’applicazione delle tecniche miotensive sono anche altri: in primo luogo, nelle dinamiche di intervento sulle fasce muscolari, un ruolo fondamentale viene svolto anche dagli “organi muscolo-tendinei del Golgi”, uno dei meccanismi neurologici deputati a intercettare il grado di tensione sviluppato da ogni muscolo.

Poiché nelle MET il trattamento mira a produrre la contrazione volontaria dei muscoli come una reazione alla controforza esercitata dall’operatore, gli organi tendinei del Golgi svolgono un’azione di protezione delle fibre muscolari quando si verifica una contrazione eccessiva.
Ma non solo: questi particolari recettori non si limitano a svolgere solo una funzione “di emergenza”, perché le loro innervazioni sensoriali monitorano costantemente i movimenti di stiramento, rallentando o impedendo le contrazioni muscolari quando vengono rilevate come eccessive o potenzialmente dannose.

3. Come e perché si usano le tecniche a energia muscolare

Nelle MET il paziente è il soggetto che genera la forza correttiva del muscolo, mentre il terapista svolge una funzione di controllo sullo svolgimento del processo di correzione; per questo motivo le tecniche miotensive a energia muscolare vengono classificate tra quelle “attive”, prevedendo una partecipazione diretta del paziente nel trattamento.

Esistono diverse applicazioni pratiche delle MET:

• in primo luogo, tali tecniche vengono usate per allungare un muscolo contratto, accorciato o in spasmo;

• sono molto efficaci negli stati congestizi e riducono gli edemi localizzati;

• in caso di ridotta mobilità, favoriscono il riposizionamento e la funzionalità dell’articolazione interessata dalla restrizione.

Il principale vantaggio delle MET consiste nella caratteristica che le contraddistingue come tecniche applicabili a qualsiasi articolazione dell’organismo, purché quest’ultima sia in grado di mobilizzarsi attraverso un’azione muscolare volontaria.
Al paziente può essere richiesta una quantità minima o massima di sforzo, la cui durata solitamente consiste in pochi secondi e, in qualche caso, addirittura in una frazione di secondo.

3.1 La rilevanza dei concetti di "barriera" e "punto neutro" nelle MET

In stretta correlazione con le tecniche che tendono a superare le restrizioni di mobilità vi è il concetto di “barriera” che, in osteopatia, indica il limite incontrato dal range di movimento di un determinato soggetto.

A questo proposito si distinguono diverse tipologie di barriere:

  • la barriera “fisiologica”, derivante la condizione delle articolazioni, propria del paziente;
  • la barriera “elastica”, che rappresenta il limite che l’operatore può far raggiungere al paziente;
  • la barriera “anatomica”, ovvero il limite che, se oltrepassato, causerebbe una lussazione dell’articolazione.

Altro concetto fondamentale nella mobilizzazione di un’articolazione è quello che interessa il cosiddetto “punto neutro”, che va considerato come iniziale quando si pianifica una terapia basata sulle tecniche miotensive.
Nel punto neutro la resistenza al movimento passivo è minima e, per questo, rappresenta la zona di equilibrio a cui fare riferimento per ottenere un risultato ottimale dall’applicazione delle MET.

3.2 Le principali tipologie di tecniche miotensive ad energia muscolare

All’interno della categoria delle MET si distinguono diverse metodiche di intervento: l’elemento distintivo principale di ognuna delle diverse tipologie di contrazione muscolare consiste nel punto dell’articolazione -o del muscolo- sul quale viene esercitata la forza dell’operatore.

– Tecnica isometrica

L’entità della forza esercitata dall’operatore è equivalente a quella del paziente (Fo=Fp) e il punto di applicazione della forza non rileva alcun movimento.
La tecnica miotensiva isometrica viene spesso utilizzata per la riabilitazione del bacino e si articola in contrazioni della durata di circa 8 secondi.

– Tecnica isotonica (o concentrica)

In questo caso, la forza esercitata dall’operatore è inferiore rispetto a quella del paziente (Fo< Fp): viene denominata anche “concentrica” perché, inibendo i muscoli antagonisti tende ad accorciare quelli agonisti e, di conseguenza, provoca un avvicinamento muscolare.
La tecnica miotensiva isotonica è specialmente indicata quando la terapia mira ad aumentare la forza e il tono muscolare, oppure quando si vuole ripristinare la mobilità di un arto o favorire il drenaggio di un edema.

  • Tecnica isocinetica (o isotonica piramidale)
    Viene applicata con resistenze crescenti (“piramidali”, appunto), richiedendo una sempre maggiore forza esercitata del paziente.
  • Tecnica isolitica (o isotonica eccentrica)
    Prevede una forza dell’operatore superiore a quella del paziente (Fo>Fp): essendo molto traumatica, viene utilizzata soprattutto per rompere le fibrosi e le resistenze.

4. Corso di terapia manuale e tecniche miotensive

Le tecniche miotensive a energia muscolare vengono utilizzate da professionisti in settori applicativi diversi, sia orientati a scopi prettamente terapici (come nel caso della chiropratica, dell’osteopatia o della fisioterapia, anche riabilitativa), sia nella preparazione atletica e nel campo dei massaggi.

In ognuno dei diversi segmenti applicativi sarà l’operatore a scegliere la tecnica di contrazione più idonea alla specifica necessità: per esempio, per mobilizzare un’articolazione è indicata la tecnica isometrica, in cui il livello di forza esercitato dall’operatore e dal paziente è identico e avviene attraverso contrazioni piuttosto rapide.
Per un lavoro di rinforzo, invece, è indicata la tecnica isotonica, il cui esito normale è quello di accrescimento del tono muscolare.

In linea di massima, le tecniche miotensive a energia muscolare vengono utilizzate per riequilibrare uno sbilanciamento dei muscoli antagonisti o per migliorare la mobilità delle articolazioni, ma spesso servono anche a migliorare la microcircolazione nel caso di edemi.

I terapeuti che praticano le MET devono, quindi, contare su una preparazione adeguata che permetta loro di scegliere il campo applicativo più idoneo per ognuna di esse.

A questo scopo, puoi seguire il corso MTMT, organizzato da Fisiotop Academy e dedicato ai professionisti del settore, che prevede formazione e aggiornamento, fornendo tutti gli strumenti nozionistici e pratici per acquisire i fondamenti delle tecniche miotensive.

 

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Cos’è la digitopressione, come si pratica e quali sono i suoi benefici?

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Cos'è la digitopressione, come si pratica e quali sono i suoi benefici?

Digitopressione imparare a conoscere tecnica e benefici di questa pratica tradizionale

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2024sab18mag(mag 18)09:00dom19(mag 19)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (19)

1. Introduzione

Nel corso Terapia manuale e tecniche miotensive verrà affrontata e praticata la digitopressione.

La digitopressione è una tecnica specifica volta a dare benessere psicofisico al paziente. Si basa sullo stesso principio dell’agopuntura, ossia sull’utilizzo di strumenti adatti a liberare l’energia bloccata nell’organismo affinché l’individuo possa usufruirne. Stimolando nel modo corretto precisi punti del corpo, si possono così ottenere vantaggi considerevoli e benefici a livello psico fisico. Tuttavia, per apportare risultati soddisfacenti è necessario conoscere a fondo la tecnica e i principi sui quali si basa. Il corso di digitopressione realizzato dagli specialisti di Fisiotop risponde a queste esigenze, preparando il professionista in maniera completa e approfondita.

2. Che cos'è la digitopressione e dove è nata

Come anticipato, la digitopressione ha fondamenti simili a quelli dell’agopuntura. La differenza principale tra queste tecniche è che, mentre l’agopuntura utilizza gli aghi per agire sul paziente, la digitopressione non richiede strumenti esterni al corpo dell’esperto che la pratica. Infatti, per praticarla si utilizzano mani, piedi e gomiti, che il terapista preme sui meridiani del corpo del paziente al fine di liberare le energie nel suo organismo. I meridiani sono punti stimolati anche nell’agopuntura e corrispondono a precise aree del corpo con i loro organi. Nel caso della digitopressione, quindi, gli aghi vengono sostituiti dalle dita o dai palmi delle mani.
La digitopressione è una tecnica con una lunga tradizione: nata in India quasi 8000 anni fa, tutt’oggi è una delle pratiche più comuni della medicina tradizionale cinese, anche se sta prendendo piede in Occidente grazie alla sua efficacia. Per questo motivo, molti fisioterapisti ed esperti in altri ambiti decidono di imparare come praticarla.

3. I benefici della digitopressione: accrescere il benessere fisico e psichico grazie al semplice tocco delle dita

Il principio alla base di questa tecnica prevede che si faccia pressione su punti del corpo ben precisi, sotto i quali scorrono i canali energetici dell’individuo. Traumi psicologici e stress psicofisico possono bloccare le energie all’interno dei meridiani, causando malesseri diffusi in tutto il corpo. Intervenendo attraverso una pressione specifica sui canali, l’energia vitale che contengono viene liberata: ciò aiuta a eliminare, o perlomeno a diminuire, sia sintomi e dolori fisici, sia malessere e disturbi psicologici ed emotivi.
Per quanto riguarda il trattamento dei dolori localizzati, acuti o cronici, la digitopressione si è rivelata efficace nel caso di problemi muscolari e post operatori. Attraverso questa tecnica si può ottenere sollievo anche per quanto riguarda mal di testa e stress. Infine, spesso vi ricorrono le donne in stato interessante, per ridurre le nausee mattutine tipiche dei primi mesi della gravidanza. In generale, si può dire che la digitopressione è adatta a tutti, perché agisce sul dolore generalizzato rilasciando le endorfine, che sono gli analgesici prodotti naturalmente dal corpo. Concludendo, non sono state individuate controindicazioni alla digitopressione, né effetti collaterali di sorta. L’unico campanello d’allarme prestare attenzione è la presenza di dolore: se il paziente lo avverte, meglio interrompere la terapia. Leggeri fastidi sull’area trattata e lividi leggeri sono, invece, assolutamente normali.

4. Tecniche e metodologie per praticare efficacemente la digitopressione

Attraverso questo corso di digitopressione, il futuro professionista imparerà ad applicare diversi metodi con cui il trattamento può essere somministrato. Oltre alla pressione esercitata con le dita su punti specifici del corpo e ai movimenti rotatori che ne seguono, si possono infatti utilizzare anche altre tecniche. Alcuni esempi sono l’agopuntura elettronica, che prevede di utilizzare un dispositivo elettronico al fine di individuare i canali energetici e stimolarli con precisione; oppure la moxibustione, che sostituisce la pressione delle dita sui punti specifici del corpo con il calore ottenuto tramite la combustione dei coni di artemisia o altri metodi naturali.

5. Dove si trovano i punti di pressione o meridiani sul corpo umano

Il corso per imparare a somministrare la digitopressione prevede anche l’insegnamento della mappa dei punti terapeutici sui quali applicare il trattamento. Sebbene in totale i punti di pressione siano diverse centinaia, i più utilizzati sono solo dieci, anche perché soltanto su questi è possibile premere con le dita o i gomiti in maniera efficace.
La pressione esercitata su ciascun meridiano è utile per curare sintomi diversi a seconda della zona del corpo in cui si trova. Ad esempio, il Terzo Occhio si trova sulla fronte e lavorare su di esso consente di ridurre emicrania e sinusite. Per risolvere i problemi di insonnia, i meridiani sui quali esercitare la pressione si trovano nelle vicinanze delle orecchie: lo Shen Men nella fossa triangolare, l’Amnian tra orecchio e mandibola. Vediamo adesso alcuni esempi di applicazione della digitopressione.

6. Curare il dolore alla cervicale utilizzando la digitopressione

I dolori e i fastidi cervicali sono estremamente diffusi e la digitopressione può aiutare a risolverli, anche quando altri metodi si sono rivelati inefficaci. Dato che i dolori alla cervicale derivano sia da cause fisiche, come la cattiva postura, che da cause psichiche, come l’essere sottoposti a lunghi periodi di stress, agire sui canali di pressione e i meridiani risulta essere efficace per ridurre i disturbi. In questo caso, i punti su cui il terapista agisce si trovano nella parte posteriore del collo, dalla base del cranio fino al muscolo trapezio.

7. Come la digitopressione può aiutare risolvere il mal di schiena

Come accade per i dolori alla cervicale e al collo, la cattiva postura può essere causa anche di forte mal di schiena. La pressione esercitata correttamente su punti quali la pianta del piede e il tallone rilassa i muscoli, riduce il dolore e favorisce una sensazione di relax.

8. Utilizzare la digitopressione sulle donne in gravidanza e sui neonati

La digitopressione è una tecnica universale che può essere utilizzata su qualunque individuo. Il corso digitopressione di Fisiotop permette di apprendere come applicare la tecnica anche su soggetti particolarmente delicati. Nel caso delle donne in gravidanza, esse scelgono di utilizzare la digitopressione per risolvere i problemi di nausea, per i quali si agisce con la stimolazione di alcuni punti energetici sul polso. Per quanto riguarda i neonati, invece, la digitopressione si è rivelata particolarmente efficace per risolvere i fastidi dati dalle coliche. In questo caso, le aree specifiche sulle quali esercitare la pressione delle dita, con più delicatezza di quanto si farebbe con un paziente adulto, si trovano sulla pancia, intorno all’ombelico.

9. Corso Terapia manuale e tecniche miotensive, la digitopressione: ideazione e organizzazione

l programma realizzato dall’azienda Fisiotop è incentrato sull’apprendimento delle principali tecniche attraverso cui effettuare la digitopressione e delle posizioni specifiche del corpo sulle quali agire per liberare energia, apportando benefici a livello fisico e psichico. Fisiotop è un’azienda moderna e in continuo aggiornamento, gestita da tre professionisti del settore sportivo e sanitario. Grazie ai loro diversi percorsi di formazione, gli specialisti di Fisiotop sanno venire incontro alle esigenze dei pazienti e degli altri professionisti mettendo in campo le loro conoscenze negli ambiti della fisioterapia, della posturologia e delle scienze motorie. Infatti, Fisiotop ha un’esperienza ormai decennale nel praticare e integrare i benefici di diverse tecniche, tra cui la massofisioterapia e la PNEI.
Attraverso le conoscenze trasmesse con il corso di digitopressione ideato da Fisiotop, specialisti del settore della fisioterapia o di altre discipline simili avranno l’occasione di accrescere le loro abilità, apprendendo le basi teoriche e l’applicazione pratica di una tecnica dalla lunga tradizione e di comprovata efficacia, utilizzata da migliaia di anni in tutto il mondo.

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Corso bocca e postura corso analisi posturale

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Corso bocca e postura

scopri il nostro corso bocca e postura, realizzato per i professionisti del settore

1. Introduzione

Nel corso Postural Analisys Test PA verrà affrontata l’importante connessione che c’è tra bocca e postura.

Per una vita sana e in salute una postura corretta è il primo obiettivo da raggiungere. È un biglietto da visita che aiuta chi ci sta intorno a capire qualcosa in più di noi.
Molti non sanno che una buona postura parte, non solo dalla schiena, ma dalla bocca.
La Fisiotopacademy, sotto la guida di tre professionisti nel settore sanitario sportivo e non, cerca di esporre a tutti quelli che sono interessati, una causa ed un rimedio alle loro posture e a quei fastidiosi dolori alla schiena. Dopo una lunga carriera sul campo, l’amicizia tra i professionisti ha portato alla creazione della Fisiotopacademy, un’azienda rivoluzionaria nata nel 2009.

2. La bocca: causa della cattiva postura?

I denti possono essere davvero i responsabili di una postura inadeguata? Ebbene sì.
Se pensiamo al corpo umano come un orologio sarà più facile capire come un qualcosa, anche se minimo, può portare a compromettere l’intera struttura. Se ad un orologio preghiamo appena una delle lancette, arriverà ad un momento in cui, girando, entrambe le lancette avranno dei problemi. Un leggeri balzo, un tentennare prima di passare alla posizione successiva, tutti problemi che protrarsi nel tempi peggioreranno fino a quando l’orologio smetterà di funzionare. Ciò può succedere al nostro corpo con conseguenze molto gravi della semplice perdita di un orologio, effetti che, arrivati ad una certa gravità, risulteranno irreversibili.
Basta un leggero dolore alla bocca lasciato lì perché può sembrare “non importante”, che col passare del tempo può causare problemi di una certa gravità alla colonna vertebrale.
Molte sono le cause che portano ad una cattiva postura e/o a dolori alla schiena: la disarmonia occulare della bocca porta la colonna a subire variazioni negative, ma essa non è l’unica causa, anche la deglutizione, un’occlusione e il rapporto che c’è tra il cranio e la cervicale che può portare dei significativi problemi alla colonna.

3. Bocca e cranio: sistema cranio - cervicale

La bocca e il cranio non sono legate solo da causa ed effetto, essi formano un vero e proprio sistema.
Come detto in precedenza, dobbiamo guardare il corpo umano come un orologio, ma ad esso va aggiunta una rete d’informazione che collega ogni parte dell’ingranaggio, da una semplice vite fino al quadrante. Se una lancetta si blocca l’altra trova il modo per continuare a segnare l’ora esatta, anche al costo di dermarsi o dividersi, ciò capita al nostro corpo grazie alla rete di nervi che percorrono la struttura dell’interno corpo, dalla punta dei piedi fino agli organi interni, nel corpo umano ogni parte è collegata a quella precedente. I nervi danno i segnali, che grazie a questa autostrada, vengono trasportati fino al cervello, esso li elabora e rilascia una risposta per garantire il giusto funzionamento dell’interno corpo. Può capitare che la risposta del cervello agli stimoli nervosi, porti la struttura in sé del corpo a cambiare.
Se la nostra mascella sporge in avanti, o la mandibola è ritratta verso l’interno, i nervi lanciano segnali che porta il corpo a compensare questa formazione inadeguata per non perdere l’equilibrio del corpo. Col passare del tempo la colonna vertebrale si curva, ciò scatena non solo un aspetto antiestetico, ma cambia la composizione del corpo, gli organi si spostano per garantire la loro funzione anche in un corpo piegato. Ma perché è così importante l’equilibrio dei corpo?
Si deve immaginare che il corpo sia diviso in sezioni, ognuna di esse deve essere allineata a quella precedente per garantire, non solo un ottima postura, ma l’equilibrio che ci fa camminare senza cadere. Quando le sezioni vanno fuori asse, quella precedente non si unisce all’altra, succede che il nostro corpo inizia a barcollante, per evitare ci cadere o di avere spiacevoli incidenti, il corpo compensa questa mancata simmetria curvandosi, in tal modo le sezioni si ricongiungono e l’equilibrio è ristabilito.

4. L'occlusioni dentarie

Per occlusione della bocca si intende la chiusura delle arcate dentarie. Un’occlusione corretta avviene quando, chiudendo la bocca, tutti i denti si toccano.
Un’occlusione viene definita scorretta quando i denti si toccano ma causano uno scivolamento della mandibola per riuscire a far toccare tutti i denti, senza questo scivolamento ci sarebbe una chiusura inadeguata delle arcate.
Quindi con un’occlusione scorretta avremmo che la mandibola si esponga verso l’esterno, ciò causa uno squilibrio che il corpo compensa portando il collo in avanti, modificando la struttura di quest’ultimo, nei casi più gravi anche le spalle vengono coinvolte, portandole o verso l’esterno o troppo all’interno, in base alla posizione dell’occlusione.
Come detto in precedenza il corpo umano non può accettare squilibri e cerca in ogni modo di tornare allo stato d’equilibrio che tanto brama. Nel caso dell’occlusione vengono in aiuto i dispositivi dentari fissi o mobili al seconda del caso, che rialliano i denti nella posizione corretta.

5. La prevenzione

Si può affermare che mantenere il più possibile la stabilità dell’immagine visiva può fare in modo di ottenere maggiori e precise informazioni visive. Pertanto, la stabilizzazione dello sguardo farà in modo che il nostro sistema nervoso centrale elabori le informazioni in entrata per tradurle in comandi motori, utili ad esempio per scansare una buca. Per capirne l’importanza della stabilizzazione della testa e dello sguardo si può immaginare di trovarci un soggetto che non è in equilibrio e quindi che non presenta una buona stabilità della testa e dello sguardo, oppure nel caso in cui indossa degli occhiali in cui la centratura non è corretta. In questi casi appena citati è facile intuire che il soggetto subirà una evidente alterazione del modo di camminare e della sua stabilità proprio per adattarsi al problema visivo già esistente. Da questo ne deriva una notevole importanza dei nostri test visivi-posturali che sono in grado di dare notevoli informazioni riguardo i recettori primari e secondari, valutandone la qualità e l’efficienza della funzione posturale e visiva.

6. Corso Postural Analisys Test PA scopri l’importante connessione tra bocca e postura

Se sei interessato a risolvere i tuoi problemi di postura, o vuoi aiutare gli altri a cambiare radicalmente la loro vita, aiutandoli in un percorso importante grazie alla fisioterapia, l’azienda Fisiotopacademy mette a disposizione dei corsi di formazione per aiutare chi ha poca esperienza a diventare un vero esperto di postura. Fisiotopacademy si occupa anche di analizzare la vostra postura, se avete qualche dubbio sulla vostra colonna vertebrale, gli esperti di questa azienda saranno lì per sbrogliare ogni dubbio. Essi ti guideranno in un percorso fatto su misura per te, dove ti sarà spiegato passo dopo passo, cosa fare per rimettere in equilibrio il tuo corpo. Ricorda che la postura non è solo una questione estetica, la buona posizione della colonna vertebrale aiuta a vivere una vita con più carica e spensieratezza.

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Corso di osteopatia e chiropratica

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1. Introduzione

Nel corso HVLA Colonna e articolazioni periferiche verranno intraprese tecniche di osteopatia e chiropratica.

L’azienda Fiiotop nasce nel 2009 dopo un processo di sperimentazione durato ben 10 anni. È stata eseguita un’analisi studiata ed approfondita del corpo umano e del suo movimento, integrando materie come posturologia, terapia manuale, fisioterapia, osteopatia, scienze motorie, massofisioterapia medicina psicosomatica integrativa, PNEI, riabilitazione ed analisi del movimento. In questo modo vengono forniti numerosi servizi, tra cui corsi di aggiornamento per professionisti e corsi di formazione. Un esempio è il corso HVLA, che si occupa di manipolazione strutturale della colonna vertebrale.

2. Differenze tra osteopata o chiropratico

Prima di comprendere in cosa consiste il corso HVLA, è importante sapere quali sono le differenze tra un osteopata ed un chiropratico. Queste due professioni hanno moltissime somiglianze, ma nonostante questo è bene saper distinguere le differenze per sapere a chi affidarsi nel momento del bisogno.
Una delle somiglianze più evidenti riguarda il metodo di lavoro. Entrambi i professionisti lavorano sul paziente utilizzando solamente le mani, senza nessun tipo di strumento ausiliario. Tra le differenze maggiori rientra invece la scuola di pensiero di provenienza, che influenza anche l’approccio al trattamento del paziente. Se un chiropratico è focalizzato principalmente sul funzionamento del corpo della persona, agendo in particolar modo sul sistema spinale e sulle articolazioni, l’osteopata non si focalizza sul sintomo, e guarda il paziente nella sua interezza. Se il problema è un mal di schiena, il chiropratico cercherà di risolverlo agendo sulla colonna vertebrale, mentre l’osteopata avrà una visione più ampia, e cercherà anche le cause del dolore che potrebbero dipendere da altri fattori. L’osteopata di fatto non isola il problema del paziente, ma cerca di inserirlo in un contesto più ampio.
Nonostante l’approccio al problema del paziente sia diverso, le procedure messe in atto per risolverlo possono essere molto simili. Entrambi i professionisti utilizzano pratiche che causano il movimento di parti del corpo al di là del proprio normale raggio articolare, provocando quello che in gergo tecnico viene definito rilascio articolare. Questo movimento sarà eseguito rapidamente da un chiropratico, in modo che l’articolazione si trovi al di fuori del suo raggio di movimento per pochi istanti. Al contrario, un osteopata eseguirà un movimento lento, cercando anche di distendere i muscoli intorno all’articolazione. In entrambi i casi, il risultato finale che si vuol ottenere è una maggiore mobilità.
Senza dubbio, i movimenti che vengono eseguiti da un osteopata sono maggiori rispetto a quelli eseguiti da un chiropratico, che si concentra solo sulla colonna vertebrale e sulle articolazioni. Per questo motivo, un osteopata è in grado di curare uno spettro di problemi più ampio, che può comprendere anche problemi digestivi o respiratori.
Per diventare osteopata o chiropratico occorre in ogni caso seguire corsi di formazione della durata di diversi anni. Non esiste una professione migliore di un’altra, ma dipende tutto da un scelta soggettiva. Per questo, il corso di chiropratica ed il corso di osteopatia sono validi allo stesso modo, e consentono di formare un professionista preparato ad ogni situazione.

3. Cosa sono le tecniche HVLA

Le tecniche HVLA, definite anche thrust oppure di adjustement, trovano largo impiego non soltanto in campo fisioterapico, ma anche chiropratico e osteopatico.

La chiroterapia, una branca della medicina alternativa la cui denominazione deriva da due vocaboli greci (“keir” che significa “mano” e “praxis” che significa “attività”), si concentra infatti sul trattamento e sulla prevenzione di disturbi meccanici e statici dell’apparato muscolo-scheletrico e quindi del sistema nervoso centrale.

L’osteopatia, a sua volta, è una pratica incentrata sul trattamento manuale delle patologie osteo-articolari tramite interventi calibrati e indirizzati sui punti dolenti dello scheletro.

Il meccanismo d’azione delle tecniche HVLA si concentra sul “crack”, il rumore che accompagna la mobilizzazione del punto articolare trattato, dove si verifica una condensazione e successiva rottura di microbolle d’azoto presenti nel liquido sinoviale in seguito al dinamismo causato dalla manipolazione.

Queste particelle d’azoto rappresentano il prodotto finale dei processi catabolici dei condrociti, la cellule costitutive della cartilagine.

Oltre a questa funzione, le HVLA provocano anche la rottura delle aderenze tissutali intra ed extra-capsulari, contribuendo a incrementare l’ampiezza del movimento e quindi il benessere funzionale dell’articolazione.

L’aspetto più interessante degli atti manipolatori rimane senza dubbio il coinvolgimento neurofisiologico relativo all’aumento delle potenzialità del midollo spinale che si manifestano sia localmente sia a livello di distretti lontani.

Simili interventi riescono ad innalzare la soglia di attivazione del riflesso da stiramento miofasciale minimizzando il rischio di spasmi dolorosi, grazie a un’azione mirata sui propriocettori localizzati nei fusi neuromuscolari e negli organi del Golgi.

L’effetto antalgico delle manipolazioni vertebrali dipende inoltre dalla stimolazione meccanica delle radici nervose dorsali e dall’aumentata secrezione di β-endorfine, molecole dotate di eccellenti proprietà defaticanti e bioattivanti.

Anche il sistema nervoso autonomo è in collegamento con alcune zone della colonna vertebrale, come ad esempio l’area cranio-cervicale che è innervata dalle radici del vago oppure alcune articolazioni toraciche che sono innervate dalle catene vertebro-laterali dell’ortosimpatico.

È necessario pertanto tenere conto che, nel momento in cui si applica una manipolazione vertebrale vengono stimolati numerosi distretti nervosi sia centrali che periferici, con effetti meccanici e neurofisiologici di notevole impatto.

4. Corso HVLA per imparare correttamente la tecnica manipolatoria

I terapeuti che praticano le tecniche HVLA devono avere una preparazione adeguata in quanto il successo degli interventi dipende quasi unicamente dalle loro capacità professionali.

A tale scopo è fortemente consigliato frequentare un qualificato corso di manipolazioni vertebrali, come quello organizzato da Fisiotop Academy, un’azienda che da tempo si occupa di formazione in questo settore.

Si tratta di un corso di osteopatia strutturale riguardante interventi manipolatori sul rachide e sulle articolazioni periferiche, che consente di acquisire i fondamenti di chiropratica, delle tecniche thrust e della scuola di Maigne.

Grazie all’interazione tra queste tecniche è stato possibile strutturare un innovativo metodo in grado di offrire un approccio multidisciplinare ai principali disturbi neurofisiologici e muscolo-scheletrici caratterizzati da sintomatologia dolorosa.

Il corso istituito da Fisiotop è rivolto a fisioterapisti, massoterapisti, osteopati, medici e studenti di simili discipline, interessati alle tecniche manuali miotensive e alle loro applicazioni.

Per quanto riguarda la colonna vertebrale, il programma prevede una parte teorica (incentrata sulla storia delle manipolazioni HVLA) e una parte pratica riguardante interventi sulla porzione cervicale, toracica, dorsale e lombare del rachide e sulla giunzione cervico-dorsale.

Nell’ambito delle articolazioni periferiche il corso è incentrato su spalle, gomiti, polsi, ginocchia, bacino, caviglie e sinfisi pubica, sempre con particolare riguardo alle problematiche algiche collegate ai vari disturbi.

Fisiotop Academy è nata nel 2009, dopo un lungo percorso formativo che i due fondatori hanno affrontato per migliorare la conoscenza delle metodologie manipolatorie HVLA.

In seguito ad anni di sperimentazioni pratiche ed a continui aggiornamenti, è stato possibile arrivare alla formulazione di un metodo integrativo ideale sia per scopi terapeutici sia preventivi anche nel settore sportivo.

Gli ambiziosi obiettivi del corso hanno permesso di arrivare a una perfetta integrazione di differenti discipline, come posturologia, osteopatia, chiropratica, riabilitazione e analisi del movimento.

Per ricevere informazioni è sufficiente compilare il form disponibile sul sito web, dove si possono visionare anche le numerose attività svolte dal centro.

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Corso osteopatia e patologie temporomandibolari

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Corso osteopatia e patologie temporomandibolari

scopri il corso per professionisti del settore di osteopatia e patologie temporomandibolari

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2024sab18mag(mag 18)09:00dom19(mag 19)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (19)

1. Introduzione

Nel corso Terapia manuale e tecniche miotensive verranno affrontate osteopatia e patologie temporomandibolari.

 

L’osteopatia può rivestire un ruolo molto importante nella cura delle patologie temporomandibolari.

Il professionista che ha seguito ad esempio uno specifico corso di massoterapia, può contribuire, infatti, insieme ad altri specialisti, a risolvere molti dei problemi legati a situazioni di anomalie nel funzionamento delle articolazioni temporomandibolari.

2. Cosa sono le articolazioni temporomandibolari

Le articolazioni temporomandibolari (ATM) sono situate su ciascun lato della mascella e uniscono mandibola all’osso temporale. In numero di due, si trovano su ciascun lato del viso, proprio davanti alle orecchie.

Queste articolazioni sono molto complesse: mentre si muovono, devono aprirsi, chiudersi, scorrere in avanti, da un lato all’altro e tutto in modo sincronizzato.

Un menisco separa la mandibola e l’osso del cranio impedendo l’attrito tra queste due superfici durante i movimenti della mascella e assorbendo l’enorme pressione generata durante la masticazione.

Quando tutti i componenti dell’ATM lavorano in armonia, si può masticare, parlare, sbadigliare senza problemi. Se c’è una mancanza di coordinazione tra le due articolazioni, il menisco può essere spostarsi o danneggiarsi impedendo il normale e armonioso funzionamento.

La gestione delle patologie disfunzionali dell’articolazione temporomandibolare si basa su una precisa diagnosi e su una strategia terapeutica multidisciplinare che include il chirurgo maxillo-facciale, il dentista, l’ortodontista e l’osteopata il cui ruolo può essere risolutivo.

3. Le cause delle patologie temporomandibolari

Per consentire l’apertura della bocca e il corretto funzionamento della mascella, l’ATM destra e sinistra devono lavorare contemporaneamente. Se il movimento di queste due articolazioni non è coordinato, il disco che separa la mascella inferiore dal cranio può muoversi e causare problemi. La lussazione dell’ATM può verificarsi se l’apertura della bocca viene eseguita troppo rapidamente o è forzata eccessivamente.

Inoltre, la tensione muscolare e il dolore intorno alle mascelle si verificano spesso a causa del lavoro eccessivo dei muscoli derivante dal serramento o dal digrignamento dei denti ( bruxismo ) causato da tensioni psicologiche.

Anche masticare una gomma in modo eccessivo o mordere con forza può affaticare l’ATM e causare dolore.

I disturbi dell’ATM possono comparire anche per motivi riscontrati meno frequentemente, ad esempio:

  • infortuni sportivi;
  • lesioni risultanti da un incidente automobilistico;
  • artrite;
  • alcune caratteristiche facciali congenite che causano disallineamento;
  • disturbi dentali, tra cui un’otturazione troppo alta, una deviazione dentale o lo spostamento di un dente dovuto alla precedente perdita di un altro dente;
  • ipermobilità (allentamento della mascella) derivante dall’allungamento dei legamenti che tengono insieme l’articolazione.

4. Sintomi e complicazioni delle patologie temporomandibolari

I sintomi comuni dei disturbi dell’ATM sono:

  • un clic o una sensazione di sfregamento quando si apre la bocca o durante la masticazione;
  • dolore lancinante nella parte anteriore dell’orecchio;
  • mal di testa che non rispondono alle consuete cure mediche;
  • blocco della mascella che ne rende difficile l’apertura;
  • dolore esacerbato applicando pressione sull’ATM quando la bocca è aperta.

Il dolore appare spesso solo su un lato del viso e talvolta può verificarsi vicino all’articolazione piuttosto che all’interno di essa. Il dolore e le contrazioni possono comparire al risveglio o durante e dopo un periodo di stress

5. I trattamenti appropriati: il ruolo dell'osteopata

Nella maggior parte dei casi in cui il soggetto è stato colpito da disturbi della mascella a seguito di un intervento odontoiatrico, il dentista risolverà il problema correggendo la cattiva occlusione.

Nel caso in cui il soggetto con una disfunzione della mandibola presenti una dentatura in buone condizioni, la causa del suo problema va rintracciata probabilmente in un problema meccanico che l’osteopata può trattare in uno o più interventi.

In questo contesto, l’osteopata diagnosticherà con grande attenzione:

  • la condizione e la mobilità delle articolazioni temporomandibolari e
  • la funzione o iperfunzione dei muscoli masticatori;
  • la mobilità delle vertebre cervicali;
  • la meccanica della deglutizione;
  • le tensioni muscolari e fasciali.

Quando tutti questi punti vengono diagnosticati, viene attuato un trattamento manuale, volto a ripristinare un equilibrio funzionale ottimale a livello articolare, tissutale e cranico.

Ripristinare una mobilità soddisfacente molto spesso ridurrà o eliminerà il dolore riscontrato a livello mandibolare. Durante il trattamento possono talvolta essere utilizzate tecniche intraorali (con adeguate apparecchiature igieniche) in aggiunta al trattamento osteopatico classico.

Tuttavia, in particolare nel caso di disturbi dell’occlusione dentale o patologie associate, possono essere necessarie cure multidisciplinari in associazione con un dentista, un ortodontista, uno stomatologo, un fisioterapista o anche un logopedista.

6. L'osteopata per ripristinare l'equilibrio

La mandibola è fondamentale per mantenere l’equilibrio posturale, in quanto è direttamente collegata alla colonna vertebrale, attraverso strutture legamentose o muscolari.

Questo è il motivo per cui sempre più ortodontisti consigliano un follow-up osteopatico in caso di apparecchio ortodontico. Infatti, l’installazione di un dispositivo provoca una trazione sulla mascella con conseguenze per tutte le strutture ad essa collegate, rischiando di sconvolgerne l’equilibrio.

Il minimo squilibrio posturale può causare disturbi dell’ATM. Il ruolo dell’osteopata sarà, quindi, quello di stabilire i collegamenti tra le diverse cause organiche o funzionali che possono portare a una frattura della mascella e trattarle in modo efficace.

7. Come l'osteopata tratta le patologie temporomandibolari

Bisogna tener presente che le contratture muscolari a livello di articolazioni temporomandibolari non sono assolutamente rare. L’osteopata opportunamente formato da corsi specializzati, potrà lavorare sui muscoli masseteri e temporali che consentono di stringere i denti durante la masticazione.

L’osteopata lavorerà anche sui muscoli pterigoidei (responsabili dei movimenti laterali), la lingua e i muscoli del collo che si adattano alla mascella, esercitando tecniche di stretching, supporto riscaldante e tecniche neuro-muscolari per normalizzare le tensioni.

Lo specialista dovrà occuparsi anche dell’articolazione della mandibola, con tecniche di rilassamento e compressione che interesseranno anche i tessuti circostanti, e del disco articolare.

8. Trattamenti osteopatici per ogni problema di ATM

L’osteopata allevia i vari dolori legati alle articolazioni temporomandibolari mediante tecniche di compressione, stretching e riscaldamento.

8.1. Bruxismo o digrignamento dei denti

Lo stress o il sovraccarico psico-emotivo possono essere la causa di disturbi legati alla mascella che si manifestano con la comparsa di un fenomeno involontario noto come bruxismo.

Il bruxismo o il digrignamento dei denti si verifica di solito durante la notte durante il sonno. Può alterare la condizioni dei denti e causare disfunzioni nei muscoli del viso, del collo, delle spalle che sono direttamente collegati alla mascella.

Per alleviare e far scomparire il bruxismo, l’osteopata lavorerà questi muscoli in modo da alleviare, rilassare e rilasciare le tensioni presenti in essi. Tratterà anche le tensioni che si sono accumulate altrove in altre parti del corpo.

8.2. Ortodonzia e occlusioni dentali

Per oclusione dentale si intende la chiusura perfetta tra le arcate dei denti. Quando un’occlusione non è normale, si parla di malocclusione.

Le malocclusioni possono causare problemi come allentamento dei denti, disfunzione dell’ATM, mal di testa, emicrania o dolore posturale.

Ortodonzia e osteopatia consentono di lavorare in parallelo sui problemi di occlusione dentale. Intervenendo contemporaneamente o prima dell’inizio del trattamento ortodontico, l’osteopatia prepara tutto il corpo al riequilibrio. Un lavoro in tal senso viene svolto in particolare per la bocca e la lingua che risentono direttamente della presenza di un dispositivo odontoiatrico.

8.3. Dolore muscolare e posturale

La mascella è coinvolta nel sistema posturale del corpo: partecipa praticamente al mantenimento della postura del corpo. Una disfunzione o un’eccessiva mobilizzazione della mandibola possono quindi avere ripercussioni nel resto del corpo: mal di schiena, torcicollo, vertigini, reflusso acido.

Queste ripercussioni sono dovute a un semplice meccanismo del corpo: l’adattamento. Il corpo ha la capacità di regolare e adattarsi quando incontra una disfunzione. Ciò porta a una modifica della postura che mobiliterà altre strutture del corpo per consentire loro di gestire l’adattamento. Questa compensazione provoca una reazione a catena che crea altre sollecitazioni nel resto del corpo.

Le disfunzioni possono avere ripercussioni anche su tutti i muscoli, tendini, nervi e articolazioni. Ad esempio, l’ipertonia della mascella può portare a tensione nel collo o nelle spalle provocando affaticamento muscolare e dolore al collo, alle spalle o al braccio.

Utilizzando tecniche appropriate, l’osteopata cercherà di allentare la tensione nella mascella, permettendo al corpo di equilibrarsi e migliorando la sintomatologia dolorosa e ripristinando l’equilibrio di tutto il corpo.

9. Fisiotop ti offre il corso giusto per diventare specialista delle patologie temporomandibolari

L’osteopata è una medicina di prima linea che agisce su tutto il corpo nella sua interezza. La complessità della mascella rende l’osteopata il terapeuta d’elezione che può definire la causa dei disturbi e lavorare con le sue mani per bilanciare le tensioni del corpo responsabili del dolore.

Fisiotop ti offre la possibilità di perfezionare le tue tecniche di manipolazione per affrontare e risolvere i problemi relative alle patologie temporomandibolari.

Contattaci per seguire il Corso di terapia manuale e tecniche miotensive MTMT arricchisci la tua professionalità e diventa uno specialista del trattamento delle patologie delle ATM.

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Corso piede e postura

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scopri il nostro corso piede e postura realizzato per i professionisti del settore

1. Introduzione

Nel corso Postural Analisys Test PA verrà affrontata l’importante connessione che c’è tra piede e postura.

L’analisi della postura è il terzo degli elementi, insieme ad allenamento e osteopatia, a comporre un quadro completo di una ricerca finalizzata alla valutazione del corretto sviluppo posturale messa a punto dai dottori Coppo Davide e Tarasco Federico; intervenire nell’esame della postura significa risolvere problemi cronici che affliggono l’individuo e dei quali non riesce facilmente a liberarsi.

Fisiotop è una realtà all’avanguardia che, da qualche anno, impiega le sue risorse anche nella formazione attraverso l’erogazione di corsi per accrescere le conoscenze e le competenze, sia pratiche che teoriche, nell’ambito della massofisioterapia.

2. Cosa sono i recettori e come influiscono nella postura

Si possono individuare tre momenti a seguito della valutazione del sistema posturale; i test, infatti, vanno effettuati sui tre recettori principali quali occhio, bocca e piede.

Gli occhi decodificano le informazioni provenienti dal corpo, funzione propriocettiva e quelle provenienti dall’ambiente esterno, funzione esterocettiva.
Si tratta di un recettore primario le cui funzioni sopra descritte comportano due tipologie di problemi: la prima, di propriocezione, è derivante da problemi al muscolo extra-oculare, la seconda, di esterocezione, riguarda invece la retina.
Postura e sguardo sono correlati dal fatto che la stabilità del secondo decreta la posizione della testa e, quindi, della schiena.

Le immagini che arrivano al Sistema Nervoso Centrale devono essere più ferme e nitide possibili; dall’esame visivo-posturale, infatti si può risalire al quadro generale e scongiurare ulteriori interventi.
Gli occhi vengono rieducati attraverso l’allenamento e, con essi, la corretta posizione della colonna vertebrale: si parla di riassetto oculare e posturale.

Altro importante recettore è la bocca; si tratta di disarmonia nell’occlusione ovvero di scorretta chiusura delle arcate dentarie che incide negativamente sulla colonna vertebrale poiché la mandibola, nel tentativo di trovare punti di contatto, modifica la posizione del cranio la quale va ad incidere su altri muscoli: la muscolatura, infatti, influisce su deglutizione, occlusione e rapporto cranio-occlusale.

Alcuni disturbi prettamente ortodontici sono collegati con dolori osteo-articolari ma è necessaria un’analisi approfondita per collegare le due cose e soprattutto per capirne l’interferenza in presenza di altri problemi derivanti dal malfunzionamento di recettori primari e secondari.
Per quanto concerne questo recettore è di fondamentale importanza la prevenzione poiché già in età pediatrica, a partire dal primo anno del bambino bisognerebbe intervenire in caso di problemi dentali.

piedi, infine, sono la base dell’analisi posturale e, sicuramente, la più universalmente riconosciuta; l’appoggio plantare orienta il corpo nello spazio e fa assumere a bacino e colonna vertebrale una determinata postura supportando l’intero peso del corpo.
Il piede ha due funzioni quella di eseguire i comandi e quella di riceverli in una costante collaborazione con l’apparato muscolare.

L’analisi posturale prevede la corretta individuazione delle interferenze che possono essere, tra le altre, il piede piatto, il piede cavo, l’alluce valgo e altri disturbi più o meno comuni che affliggono non solo i piedi ma anche le gambe e le ginocchia.
Tutto ruota attorno ai due concetti di simmetria e asimmetria dell’appoggio plantare responsabili del buono o cattivo andamento della postura; tuttavia, il piede, ha tre gradi di responsabilità: può essere causa dello squilibrio posturale, può essere interessato poiché conseguenza di problemi su altri recettori, o entrambe.
È fondamentale, quindi, un’analisi che indichi il grado di correlazione del piede con il problema posturale e solo in seguito definire la diagnosi.

3. Fisiotop e il corso piede e postura

Le tre valutazioni sui recettori primari sono alla base del corso Postural Analysis Test Pa Analisi Postura
Il corso nasce, come già anticipato, da un percorso di formazione dei due professionisti fondatori di Fisiotop, provenienti dal settore sportivo e sanitario, che hanno lavorato per implementare un metodo funzionale a prevenire, curare e guarire dai problemi riguardanti la postura.

Il progetto Fisiotop, che eroga il corso, è il frutto di anni di lavoro e aggiornamento, pratica quotidiana e esperienza sul campo.
Il giusto equilibrio tra diverse materie tra cui, solo per citarne alcune, fisioterapia, osteopatia, analisi del movimento, ha permesso la definizione di un metodo sperimentale TOP – Training, Osteophaty, Posturology.

Alla base di tutto, però, vi è l’analisi accurata del problema cui segue la definizione dell’intervento che permetta una cura veloce e funzionale ritagliata sulle esigenze del singolo paziente.
Questi, è parte attiva del percorso di guarigione, poiché l’allenamento è di fondamentale importanza per raggiungere i risultati ma soprattutto per prevenire nuovi disequilibri.

Venendo nelle specifiche del corso, esso si propone di fornire indicazioni teoriche e concettuali circa la postura, il suo funzionamento e i recettori che intervengono in esso: partire dalla conoscenze teoriche è fondamentale per costruire una base solida dalla quale far prendere il via a ogni diagnosi.

Si passa, in seguito, a moduli più pratici; come eseguire un’anamnesi posturale e i differenti esami che permettono di definire la diagnosi a partire dalla sintomatologia: è in questa fase che entrano in gioco i diversi test sui recettori primari (occhio, ATM, piede e vestibolo) e secondari (colonna vertebrale, sistema viscerale, Sistema Nervoso Centrale e pelle).

Segue l’approfondimento sui test funzionali come ad esempio il test di Romberg mod per valutare l’equilibrio o quello di Fukuda per diagnosticare l’asimmetria vestibolare o ancora il test dei pollici ascendenti, anche detto Forward Bending Test, per valutare eventuali deformità della gabbia toracica e l’indice di retrazione dei muscoli delle cosce.
Questi e tanti altri test sono finalizzati alla definizione di una diagnosi precisa del problema volta alla creazione di un piano di allenamento funzionale a ristabilire gli equilibri e ricondurre il paziente verso una ritrovata serenità e una migliore qualità della vita.

Nello specifico il corso PA è il più pratico dei tre; i numerosi test, associati a casi di studio, permettono di comprendere al meglio come funziona il Sistema Tonico Posturale; per questo si rivolge a tutti coloro che, in tutto o in parte, nel loro lavoro, devono avere una maggiore predisposizione nell’interpretare il malfunzionamento dei recettori primari e secondari: fisioterapisti, massoterapisti, dentisti, insegnanti di Yoga e Pilates.

4. Corso Postural Analisys Test PA scopri l’importante connessione tra piede e postura

La formazione è sempre un aspetto fondamentale per chi vuole diventare un affermato professionista ma scegliere dei corsi erogati da chi ha raggiunti livelli elevati di esperienza e competenza sul campo permette di avere una marcia in più.

I corsi organizzati da Fisiotop sono diversi ma concorrono tutti alla trasmissioni di teorie e pratiche per diventare punti di riferimento nel settore; i corsi in programma sono tre: corso HVLA (High Velocity Low Amplitude) colonna e articolazioni periferiche, per effettuare manipolazioni su arti e colonna vertebrale, corso Postural Analysis Test PA Analisi Postura, per una migliore capacità di osservazione dei problemi inerenti la postura, corso Terapia Manuale e Tecniche Miotensive MTMT, per avere gli adeguati strumenti al fine di intervenire sugli squilibri miofasciali.

Scegliere questa tipologia di corsi significa iniziare o proseguire un percorso di accrescimento che arricchisca ulteriormente il proprio bagaglio di conoscenze; il prezzo è altamente competitivo e c’è la possibilità di usufruire di una promozione acquistandoli tutti e tre.
Alla fine del periodo di formazione viene rilasciato a tutti un attestato di frequenza ma, se si completa il percorso seguendo tutti e tre i corsi, un ulteriore attestato certificherà il grado di “Esperto metodo Fisiotop”.

Ciò che contraddistingue i corsi Fisiotop e li eleva ad un livello superiore rispetto agli altri corsi di formazione è la garanzia di uscirne forti di aver ricevuto indicazioni pratiche sugli argomenti; la manipolazione diretta, i test per stabilire le interferenze dei diversi recettori sulla postura, l’analisi per ristabilire l’equilibrio miofasciale sono argomenti che interessano sia chi già opera nei settori affini quali la fisioterapia, la massoterapia, il personal training e gli operatori olistici, sia chi si avvicina a tali concetti con semplice curiosità da neofita.
In entrambi i casi, investire nella propria formazione significa investire sul proprio futuro e, scegliendo i corsi Fisiotop, il ritorno è assicurato.

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I 10 punti fondamentali per la manipolazione vertebrale

I 10 punti fondamentali per la manipolazione vertebrale

Che cosa sono le tecniche HVLA?

2024sab18mag(mag 18)09:00dom19(mag 19)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (19)

1. Introduzione

Nel corso HVLA Colonna e articolazioni periferiche verranno intraprese tecniche di manipolazione vertebrale.

L’azienda Fisiotop nel corso degli anni ha dato vita ad un lungimirante progetto che, dopo anni di sperimentazione, ha portato ad un’attenta analisi del funzionamento del corpo umano e del movimento.
In questo articolo verrà messo in evidenzia l’aspetto posturale ed il suo equilibrio statico e dinamico che, negli ultimi anni, è diventato un argomento cardine per molti specialisti.
L’obiettivo sarà quello di aggiornare i professionisti del settore attraverso dei corsi formativi sull’analisi posturale e soprattutto visiva. Questa necessità nasce dal fatto che sono sempre più i comuni i disordini visivi; quindi, avere un professionista altamente specializzato che si occupi della cura e della prevenzione di questi disturbi risulta essere di fondamentale importanza.

2. Caratteristiche della manipolazione vertebrale

La manipolazione vertebrale è una tecnica passiva effettuata da un terapeuta specializzato e consistente nell’applicazione di impulsi ad alta velocità e a bassa frequenza.

Simili interventi, che prendono il nome di HVLA (High Velocity Low Amplitude), sono focalizzati su una singola articolazione, che viene trattata fino al limite del “range of motion” collegato a sua volta alle esigenze individuali.

La manipolazione si verifica tra le faccette articolari, che possiedono una pressione minore rispetto al resto dell’osso vertebrale.

Si tratta di una procedura che richiede una notevole qualificazione e una collaudata esperienza, oltre ad alti livelli di abilità e di coordinazione da parte del fisioterapista.

Proprio per questo motivo è opportuno che i professionisti del settore sanitario e sportivo, come posturologhi, fisioterapisti, osteopati, fisiatri ed esperti in Scienze Motorie, siano adeguatamente preparati per possedere le competenze richieste.

Fisiotop Accademy è una struttura altamente specializzata nella formazione di tecnici della manipolazione vertebrale con metodiche HVLA che, tramite corsi teorici e pratici di alto livello, possono acquisire le principali tecniche thrust di ispirazione osteopatica e chiropratica.

In questo corso è possibile imparare un metodo innovativo, efficace e sicuro sulle principali tecniche di manipolazione diretta, rivolto a fisioterapisti, massoterapisti, osteopati, studenti e personale medico del settore.

Contrariamente a quanto si credeva fino a qualche anno fa, le manipolazioni vertebrali non servono a riportare in posizione segmenti ossei disallineati e neppure ad aggiustare porzioni fuori controllo, ma piuttosto svolgono un ruolo di primaria importanza per intervenire sulla stiffness muscolare.

La stiffness spinale è la capacità elastica di un fascio muscolare che, nel distretto articolare della colonna vertebrale, può influire notevolmente sulla qualità dei movimenti e della postura.

Inoltre tecniche del genere contribuiscono a diminuire la sintomatologia dolorosa quasi sempre associata a disturbi di questo tipo, migliorando quindi lo stato di benessere del paziente.

Le modificazioni biomeccaniche derivanti da interventi di manipolazione vertebrale dipendono da cambiamenti neurofisiologici che si verificano all’interno dell’articolazione.

Grazie al controllo funzionale sugli Organi Tendinei del Golgi e sui Fusi Neuromuscolari, le articolazioni ottimizzano le loro risposte alle stimolazioni sensitive dei recettori sensoriali.

Le manipolazioni contribuiscono a ridurre la sintesi di citochine, composti antinfiammatori che aumentano moltissimo la loro concentrazione ematica in caso di problemi articolari al rachide.

Un altro vantaggioso effetto di simili tecniche fisioterapiche è collegato infine al potenziamento delle risposte immunitarie.

3. Utilità del metodo HVLA

Le manipolazioni vertebrali sono interventi manuali che il terapeuta applica su specifici punti di collegamento tra le vertebre, ossa cave che contengono e proteggono il midollo spinale.

Il midollo spinale, che è una porzione del sistema nervoso centrale, è costituito da fasci di nervi ascendenti (che dalla periferia salgono al cervello) e discendenti (che dalle aree encefaliche si distribuiscono alla muscolatura).

È chiaro che qualsiasi problema alle articolazioni della colonna vertebrale può incidere notevolmente sulla funzionalità neuromuscolare e pertanto limitare i movimenti, alterare l’assetto posturale e provocare l’insorgenza di dolore.

I meccanismi che stanno alla base della tecnica HVLA non sono ancora del tutto stati chiariti, anche se la loro validità terapeutica è ormai un dato di fatto riconosciuto unanimamente.

Il punto di forza di simili interventi, il così detto “crack”, è il risultato della forza erogata sull’area manipolata e può variare a seconda della porzione di rachide coinvolto.

Le modificazioni biomeccaniche della colonna vertebrale, che hanno una durata di qualche ora, servono sostanzialmente per eliminare il dolore e per migliorare la qualità del movimento e della postura, anche se, non essendo risolutive al 100%, devono essere ripetute.

D’altra parte si tratta di operazioni non invasive e superficiali che pertanto agiscono limitatamente al loro ambito interventistico.

Se ben effettuate, le manipolazioni si rivelano la scelta d’elezione a tre livelli:
• periferico,
con miglioramento dei disturbi infiammatori locali e potenziamento delle risposte motorie;
• spinale,
con inibizione della sintomatologia dolorosa a livello del midollo spinale;
• sovra-spinale,
con riduzione delle risposte cerebrali alle stimolazioni nocicettive periferiche.

Si può affermare che tali procedure manipolatorie agiscono in maniera graduale iniziando dalla periferia e raggiungendo poi i centri encefalici di controllo del dolore.

Questo fatto spiega perché il primo risultato ottenuto si traduce con una diminuzione del dolore.

4. Decalogo per una corretta manipolazione vertebrale

Il successo o l’insuccesso delle manipolazioni vertebrali dipende fondamentalmente dall’abilità del professionista che interviene sul rachide del paziente, dato che un approccio sbagliato potrebbe provocare conseguenze molto gravi.

Esistono due tipi di approccio a questa metodica: uno attivo, che può essere eseguito mediante una serie di esercizi svolti dal paziente e uno passivo che viene messo in atto da un terapeuta.

In quest’ultimo caso si deve creare una serie di messa in tensione lungo definiti assi della colonna vertebrale a cui fa seguito un rapido movimento che rappresenta il punto focale della manipolazione.

Per non commettere errori che potrebbero inficiare completamente il risultato finale dell’intervento manipolatorio è stato stilato il seguente decalogo di operazioni necessarie per una corretta manipolazione vertebrale.

1. La manipolazione deve essere eseguita rispettando i movimenti fisiologici del rachide, che sono: flessione, lateroflessione, rotazione ed estensione, evitando quindi qualsiasi forzatura.

2. La manipolazione è un intervento indolore e pertanto deve essere effettuata secondo la direzione antalgica del movimento.

3. Per raggiungere risultati efficaci e soddisfacenti, bisogna tenere presente che le manipolazioni sono atti tridimensionali che prevedono almeno tre direzioni libere.

4. Le manipolazioni possono essere eseguite soltanto dopo che il paziente è in possesso di una diagnosi chiara e attendibile, che esclude qualsiasi controindicazione o effetto collaterale.

5. L’angolo delle manipolazioni deve rimanere sempre entro il range fisiologico con un valore di rotazione massimo compreso preferibilmente tra 30 e 35 gradi centigradi.

6. È assolutamente vietato intervenire su segmenti vertebrali che hanno subito interventi chirurgici di stabilizzazione, in quanto i movimenti potrebbero alterare la posizione dei fissatori.

7. Gli interventi manipolatori possono essere eseguiti soltanto su pazienti informati, consenzienti e collaborativi, che non siano affetti da disturbi ansiosi o depressivi.

8. L’intensità dell’intervento deve essere proporzionata alla gravità del disturbo da trattare, calibrando con attenzione la forza manipolatoria.

9. Le manipolazioni devono essere eseguite da professionisti esperti e competenti, in ambienti idonei (ambulatori medici) e con specifici strumenti.

10. È possibile valutare l’efficacia di un trattamento del genere non prima del terzo giorno successivo alla manipolazione, quando il paziente deve essere rivalutato per analizzare il suo stato di salute.

5. Corso professionale HVLA

Fisiotop è specializzata nella risoluzione di problematiche dolorose di natura osteoarticolare, che organizza un corso di manipolazione strutturale del rachide e delle articolazioni periferiche, insegnando ai partecipanti le principali tecniche thrust della scuola di Maigne.

Il corso HVLA è rivolto a fisioterapisti, massoterapisti, osteopati, fisiatri e medici di questo settore, che possono imparare un metodo efficace, innovativo e sicuro riguardante le tecniche di manipolazione sia sulla colonna vertebrale che sulle articolazioni periferiche.

Il programma, che prevede anche l’insegnamento di tecniche miotensive sul rachide, è organizzato con lezioni teoriche e pratiche, finalizzate a trasmettere le competenze necessarie per intervenire su tutti i settori della colonna vertebrale.

Queste tecniche sono applicabili al tratto cervicale, alle giunzioni cervico-dorsali, al tratto dorsale e a quello lombare.

Per quanto riguarda le articolazioni periferiche, il programma prevede l’insegnamento di metodiche riguardanti spalla, gomito, polso, ginocchio, anche, caviglie e sinfisi pubica.

Fisiotop è stata fondata nel 2009, con lo scopo di applicare un innovativo metodo riabilitativo che consente di sfruttare in maniera ottimale le tre fondamentali terapie di training (allenamento), osteopatia e posturologia.

Un programma del genere si basa su una preventiva valutazione posturale del paziente e dei suoi disturbi, allo scopo di individuare e migliorare le problematiche disfunzionali mediante programmi personalizzati.

Gli effetti delle manipolazioni HVLA sulla muscolatura dipendono dalla pratica del terapeuta e dal tipo di tensione che viene sviluppata.

È stato ampiamente dimostrato che interventi del genere sono in grado di migliorare la mobilità delle articolazioni anche attraverso manipolazioni mirate su eventuali aderenze tissutali intra- ed extra-capsulari.

Grazie a questa tecnica è possibile realizzare un’ottimizzazione della fisiologia neuromuscolare, sia in fase motoria che statica.

Le HVLA svolgono inoltre un potente effetto antalgico attraverso la stimolazione delle radici nervose dorsali che favoriscono il rilascio di endorfina, una molecola con effetto antidolorifico e bioattivante.

Si verifica inoltre un rilassamento dei fasci muscolari contigui, con attenuazione del dolore.

In seguito allo scatto (“crack”) si verifica un insieme di conseguenze neurofisiologiche ad altissimo impatto, che incidono non soltanto a livello muscolo-scheletrico ma anche nervoso.

Le più valide applicazioni delle tecniche HVLA sono le seguenti:
• miglioramento dei segni clinici derivanti da percezione dolorosa;
• riduzione del ROM articolare;
• attenuazione di algie mioarticolari.

Prima di affrontare un programma terapeutico del genere, è fondamentale che il paziente venga valutato mediante specifici test biomeccanici, in grado di individuare la precisa area di disfunzione articolare, che deve poi essere mobilizzata ripetutamente per ripristinare la sua funzionalità fisiologica.

L’alta velocità con cui si applicano le manipolazioni è indispensabile per provocare uno shock propriocettivo, così come la bassa ampiezza è decisiva per non stimolare riflessi da stiramento.

Presso Fisiotop è possibile seguire un corso di osteopatia e posturologia, incentrato sulle tecniche HVLA del rachide e delle articolazioni periferiche, tenuto dal dott Davide Coppo nella sede di Courgnè (Torino).

Per avere informazioni più dettagliate, è sufficiente compilare il form di contatto presente sul sito web, oppure inviare una mail a: info@fisiotopacademy.it.

Dopo aver valutato le condizioni di partenza del paziente, il corso HVLA è incentrato sull’approccio terapeutico miotensivo basato su tecniche manipolative dirette e indirette, che servono innanzi tutto a eliminare il dolore e poi a potenziare la funzionalità muscolare e osteoarticolare della colonna vertebrale.

CORSO HVLA

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  • HVLA Thrust technique colonna vertebrale e articolazioni periferiche

Tecniche HVLA cosa sono?

Tecniche HVLA cosa sono?

Che cosa sono le tecniche HVLA?

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2024sab18mag(mag 18)09:00dom19(mag 19)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (19)

1. Introduzione

Fisiotop nel corso degli anni ha dato vita ad un lungimirante progetto che, dopo anni di sperimentazione, ha portato ad un’attenta analisi del funzionamento del corpo umano e del movimento.
In questo articolo verrà messo in evidenzia l’aspetto posturale ed il suo equilibrio statico e dinamico che, negli ultimi anni, è diventato un argomento cardine per molti specialisti.
L’obiettivo sarà quello di aggiornare i professionisti del settore attraverso dei corsi formativi sull’analisi posturale e soprattutto visiva. Questa necessità nasce dal fatto che sono sempre più i comuni i disordini visivi; quindi, avere un professionista altamente specializzato che si occupi della cura e della prevenzione di questi disturbi risulta essere di fondamentale importanza.

2. Che cosa sono le tecniche HVLA?

Le tecniche HVLA (High Velocity Low Amplitude) consentono di effettuare manipolazioni vertebrali mirate a zone del rachide da cui si genera un dolore osteo-articolare oppure muscolare localizzato soprattutto (ma non soltanto) alla schiena, al collo e alle spalle.

La sigla HVLA indica che simili interventi si caratterizzano per una elevata velocità, ma per una bassa ampiezza, che sono i requisiti essenziali per ottenere risultati soddisfacenti.

Oltre che curative (in presenza di sintomatologia algica), le manipolazioni svolgono anche un efficace ruolo preventivo in quanto contribuiscono a migliorare l’assetto posturale del paziente e quindi il benessere globale dell’organismo.

La colonna vertebrale è una porzione dello scheletro formata dalla sovrapposizione delle vertebre, ossa dotate di un foro centrale attraverso cui passa il midollo spinale.

Questa parte del sistema nervoso centrale è formata da fasci di nervi sensitivi ascendenti (con andamento centripeto verso il cervello) e di nervi motori discendenti (con andamento centrifugo verso la periferia).

Dal corretto funzionamento del midollo spinale dipende quello dell’apparato muscolo-scheletrico, dato che, attraverso le giunzioni neuro-muscolari, l’encefalo monitorizza le prestazioni meccaniche (dinamiche) e statiche dei muscoli.

Le manipolazioni vertebrali sono procedure manuali che possono essere effettuate soltanto da terapeuti specializzati e altamente qualificati nel settore, dato che è necessaria una notevole abilità e una profonda conoscenza della struttura anatomica dello scheletro per ottenere risultati vantaggiosi.

Proprio per questo motivo è indispensabile che il personale sanitario che si occupa di metodiche HVLA abbia seguito corsi di formazione di ottimo livello, in grado di fornire tutto il supporto scientifico necessario per intervenire correttamente sul paziente.

Dato che il principale obiettivo da raggiungere rimane quello di eliminare la sintomatologia dolorosa, il terapeuta deve agire principalmente sulla componente nocicettiva della muscolatura mediante mirate manipolazioni delle vertebre interessate.

I fondamenti si cui si basano le tecniche HVLA sono due:
• intervenire sugli squilibri biomeccanici della colonna vertebrale per migliorare il benessere del midollo spinale;
• ripristinare l’integrità strutturale del rachide garantendo l’ottimizzazione delle funzioni dei fasci nervosi in esso contenuti.

Liberando la colonna vertebrale da eventuali blocchi anatomici, infortuni oppure patologie infiammatorie, è possibile ripristinare non soltanto il suo assetto morfologico, ma anche quello del midollo spinale, che è il diretto responsabile del dolore.

Come conseguenza si verifica un potenziamento della motilità articolare, un’attenuazione delle tensioni muscolari, un miglioramento dell’afflusso sanguigno e conseguente ossigenazione dei tessuti, con eliminazione di sostanze pro-infiammatorie come le citochine circolanti.

3. Caratteristiche delle tecniche HVLA

Le tecniche HVLA, definite anche thrust oppure di adjustement, trovano largo impiego non soltanto in campo fisioterapico, ma anche chiropratico e osteopatico.

La chiroterapia, una branca della medicina alternativa la cui denominazione deriva da due vocaboli greci (“keir” che significa “mano” e “praxis” che significa “attività”), si concentra infatti sul trattamento e sulla prevenzione di disturbi meccanici e statici dell’apparato muscolo-scheletrico e quindi del sistema nervoso centrale.

L’osteopatia, a sua volta, è una pratica incentrata sul trattamento manuale delle patologie osteo-articolari tramite interventi calibrati e indirizzati sui punti dolenti dello scheletro.

Il meccanismo d’azione delle tecniche HVLA si concentra sul “crack”, il rumore che accompagna la mobilizzazione del punto articolare trattato, dove si verifica una condensazione e successiva rottura di microbolle d’azoto presenti nel liquido sinoviale in seguito al dinamismo causato dalla manipolazione.

Queste particelle d’azoto rappresentano il prodotto finale dei processi catabolici dei condrociti, la cellule costitutive della cartilagine.

Oltre a questa funzione, le HVLA provocano anche la rottura delle aderenze tissutali intra ed extra-capsulari, contribuendo a incrementare l’ampiezza del movimento e quindi il benessere funzionale dell’articolazione.

L’aspetto più interessante degli atti manipolatori rimane senza dubbio il coinvolgimento neurofisiologico relativo all’aumento delle potenzialità del midollo spinale che si manifestano sia localmente sia a livello di distretti lontani.

Simili interventi riescono ad innalzare la soglia di attivazione del riflesso da stiramento miofasciale minimizzando il rischio di spasmi dolorosi, grazie a un’azione mirata sui propriocettori localizzati nei fusi neuromuscolari e negli organi del Golgi.

L’effetto antalgico delle manipolazioni vertebrali dipende inoltre dalla stimolazione meccanica delle radici nervose dorsali e dall’aumentata secrezione di β-endorfine, molecole dotate di eccellenti proprietà defaticanti e bioattivanti.

Anche il sistema nervoso autonomo è in collegamento con alcune zone della colonna vertebrale, come ad esempio l’area cranio-cervicale che è innervata dalle radici del vago oppure alcune articolazioni toraciche che sono innervate dalle catene vertebro-laterali dell’ortosimpatico.

È necessario pertanto tenere conto che, nel momento in cui si applica una manipolazione vertebrale vengono stimolati numerosi distretti nervosi sia centrali che periferici, con effetti meccanici e neurofisiologici di notevole impatto.

4. Campi d'impiego delle tecniche HVLA

I campi d’impiego in cui le tecniche HVLA si confermano particolarmente efficaci sono i seguenti:
• riduzione del Range of Motion (ROM) articolare;
• alterazioni del tono muscolare;
• dolore mio-articolare dipendente dal movimento.

• Il ROM, conosciuto anche col nome di flessibilità articolare, è un fattore indicativo delle potenzialità funzionali di un’articolazione, cioé della sua capacità di muoversi senza provocare dolore.
Si misura con un angolo indicativo dell’arco completo di movimento.

Questo aspetto può essere migliorato nettamente con le tecniche HVLA grazie a un’azione combinata sui segmenti articolari, muscolari e nervosi, dalla cui sinergia funzionale dipendono le prestazioni finali.

Bisogna tenere conto che il ROM tende a diminuire a causa del fisiologico invecchiamento dei tessuti e pertanto nella terza età è piuttosto comune una sua alterazione spesso accompagnata da sintomatologia dolorosa.

• Il tono muscolare è un altro aspetto molto incisivo sulla funzionalità osteo-articolare dato che una muscolatura tendenzialmente flaccida funziona peggio e quindi ostacola le azioni sia meccaniche sia statiche.

Il tono muscolare è quello stato di fisiologica contrazione dei muscoli controllato dai fusi neuro-muscolari e quindi dalle sinapsi motorie del sistema nervoso centrale (motoneuroni).

Questo aspetto condizione moltissimo l’intero apparato locomotore e pertanto deve essere mantenuto in ottimo stato.

• Il dolore mio-articolare derivante dal movimento è la forma più diffusa di disturbo algico delle articolazioni e può colpire individui di tutte le età, con una netta prevalenza di sportivi sottoposti ad allenamenti intensi e prolungati.

In situazioni del genere si verifica una sovrapposizione tra problematiche muscolari e osteo-articolari, peggiorando notevolmente la percezione dolorifica del paziente.

Le tecniche HVLA non possono essere utilizzate in presenza delle seguenti condizioni:
• neoplasie;
• patologie infettive;
• patologie reumatiche;
• dolore acuto;
• osteocondrosi giovanile;
• instabilità articolare;
• recenti eventi traumatici;
• insufficienza artero-venosa;
• ernia discale estrusa;
• spndilolisi;
• sindrome della Coda Equina;
• sindrome di Down;
• abuso di steroidi.

Per ottenere risultati soddisfacenti è fondamentale affidarsi a professionisti competenti, esperti e specializzati in questo settore, che prevede un’ottima abilità manuale e una puntuale conoscenza dei distretti anatomici del rachide.

Servendosi di specifici test biomeccanici il terapeuta deve individuare con precisione la zona di disfunzione articolare che, una volta identificata, può essere sottoposta a ripetute mobilizzazioni.

L’alta velocità d’intervento è il presupposto principale per ottenere l’indispensabile shock propriocettivo, così come la bassa ampiezza è altrettanto decisiva per evitare l’insorgenza del riflesso da stiramento, che potrebbe causare effetti avversi.

5. Corso HVLA per imparare correttamente la tecnica manipolatoria

I terapeuti che praticano le tecniche HVLA devono avere una preparazione adeguata in quanto il successo degli interventi dipende quasi unicamente dalle loro capacità professionali.

A tale scopo è fortemente consigliato frequentare un qualificato corso di manipolazioni vertebrali, come quello organizzato da Fisiotop Academy, un’azienda che da tempo si occupa di formazione in questo settore.

Si tratta di un corso di osteopatia strutturale riguardante interventi manipolatori sul rachide e sulle articolazioni periferiche, che consente di acquisire i fondamenti di chiropratica, delle tecniche thrust e della scuola di Maigne.

Grazie all’interazione tra queste tecniche è stato possibile strutturare un innovativo metodo in grado di offrire un approccio multidisciplinare ai principali disturbi neurofisiologici e muscolo-scheletrici caratterizzati da sintomatologia dolorosa.

Il corso istituito da Fisiotop è rivolto a fisioterapisti, massoterapisti, osteopati, medici e studenti di simili discipline, interessati alle tecniche manuali miotensive e alle loro applicazioni.

Per quanto riguarda la colonna vertebrale, il programma prevede una parte teorica (incentrata sulla storia delle manipolazioni HVLA) e una parte pratica riguardante interventi sulla porzione cervicale, toracica, dorsale e lombare del rachide e sulla giunzione cervico-dorsale.

Nell’ambito delle articolazioni periferiche il corso è incentrato su spalle, gomiti, polsi, ginocchia, bacino, caviglie e sinfisi pubica, sempre con particolare riguardo alle problematiche algiche collegate ai vari disturbi.

Fisiotop Academy è nata nel 2009, dopo un lungo percorso formativo che i due fondatori hanno affrontato per migliorare la conoscenza delle metodologie manipolatorie HVLA.

In seguito ad anni di sperimentazioni pratiche ed a continui aggiornamenti, è stato possibile arrivare alla formulazione di un metodo integrativo ideale sia per scopi terapeutici sia preventivi anche nel settore sportivo.

Gli ambiziosi obiettivi del corso hanno permesso di arrivare a una perfetta integrazione di differenti discipline, come posturologia, osteopatia, chiropratica, riabilitazione e analisi del movimento.

Per ricevere informazioni è sufficiente compilare il form disponibile sul sito web, dove si possono visionare anche le numerose attività svolte dal centro.

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Occhio e postura corso analisi posturale corso valutazione posturale

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scopri il nostro corso realizzato per i professionisti del settore

1. Introduzione

Nel corso Postural Analisys Test PA verrà affrontata l’importante connessione che c’è tra occhio e postura.

L’azienda Fisiotop nel corso degli anni ha dato vita ad un lungimirante progetto che, dopo anni di sperimentazione, ha portato ad un’attenta analisi del funzionamento del corpo umano e del movimento.
In questo articolo verrà messo in evidenzia l’aspetto posturale ed il suo equilibrio statico e dinamico che, negli ultimi anni, è diventato un argomento cardine per molti specialisti.
L’obiettivo sarà quello di aggiornare i professionisti del settore attraverso dei corsi formativi sull’analisi posturale e soprattutto visiva. Questa necessità nasce dal fatto che sono sempre più i comuni i disordini visivi; quindi, avere un professionista altamente specializzato che si occupi della cura e della prevenzione di questi disturbi risulta essere di fondamentale importanza.

2. Occhi e postura

L’apparato visivo si può considerare come uno dei più potenti interlocutori del sistema posturale.
La postura programma le informazioni in entrata che vengono captate, registrate e modulate dal cervello, producendo delle informazioni in uscita che ci consentono di muoverci nello spazio.
Tra i canali che portano le informazioni al cervello, uno dei più importanti è proprio quello rappresentato dagli occhi. Quest’ultimi si comportano come una macchina fotografica, in cui l’organo che vede non è l’occhio ma è il cervello, con la possibilità di direzionare il bulbo oculare nello spazio, perché quando si concentra l’attenzione su un oggetto, bisogna essere in grado sia di muoversi e sia di seguirlo mentre si sta spostando.
Gli occhi in posturologia hanno una doppia funzione: una esterocettiva e una propriocettiva.
Nella funzione esterocettiva i fotorecettori (coni e bastoncelli della retina) inviano informazioni all’encefalo sull’ambiente esterno.
La funzione propriocettiva è legata sia all’attività dei muscoli estrinsechi oculari, che direzionano il bulbo oculare, e sia a quelli delle spalle e del collo.
La vista si comporta come un propriocettore, il quale fornisce informazioni sulla posizione del corpo.

La postura è un atteggiamento fisico del nostro corpo nei confronti dell’ambiente, che ha l’obiettivo di mantenimento dell’equilibro del corpo nello spazio. Tutto questo deriva dalle informazioni che riceviamo dai nostri sensi quali: occhio, muscoli, orecchie, ecc. Ed è grazie a questi che si assume un certo atteggiamento rispetto che un altro.

Viste le caratteristiche dell’occhio umano si può affermare con assoluta certezza che vi è una stretta correlazione tra la funzione visiva e la postura. Esse fanno parte, infatti, di un unico processo percettivo.
Pertanto, gli occhi sono la fonte primaria della sensazione cinestesica e contribuiscono maggiormente alla pianificazione motoria, consentendo al corpo di posizionarsi nello spazio circostante con una certa stabilità posturale.
Risulterà una pessima soluzione il fatto di considerare gli occhi singolarmente, infatti, bisognerà controllare la modalità di collaborazione tra l’apparato uditivo e la postura.
Questo è il motivo per cui l’aspetto visuo-posturale risulta essere di fondamentale importanza durante un’analisi completa del paziente e, secondo questi punti definire un trattamento adeguato.
La già accennata bidirezionalità tra la funzione visiva e postura fa sì che ogni modifica di tensione dei muscoli oculari si ripercuota sul nostro corpo con evidenti cambiamenti al fine di ottenere una visione coordinata. Ma il susseguirsi di queste modifiche ne determinano problemi posturali, con danni alla testa, piedi e alla colonna vertebrale, innescando poi una sorta di circolo vizioso che va ad incrementare il problema.
Essendoci una bidirezionalità, anche un problema posturale o all’apparato stomatognatico, può coinvolgere quello visivo.

Disturbi visivi che alterano il sistema posturale

Nel paragrafo precedente si è parlato di come un problema visivo può compromettere la postura del nostro corpo. Infatti, questi disturbi che vanno ad alterare il sistema posturale si possono distinguere in due grandi categorie : problemi della retina (esterocezione) e problemi di propriocezione (muscolare extraoculare) .

Per quanto concerne i problemi di esterocezione, essi sono dovuti alla poca sensibilità agli stimoli che provengono dall’esterno dell’organismo, dato ad esempio da: difetti organici, anomalie della funzione accomodativa (cioè della messa a fuoco), difetti di refrazione, differenza di potere nei due occhi e soppressione di un occhio.
L’altra grande categoria sono i problemi di propriocezione che derivano da delle anomalie della visione binoculare. Quest’ultima consente di capire la differente collocazione spaziale degli oggetti, la loro posizione relativa, e ci mette nelle condizioni di percepire la tridimensionalità del mondo circostante.
Tra questi problemi troviamo in particolare l’ipoconvergenza oculare che risulta essere quella che crea più danni al sistema posturale. Essa si manifesta quando gli occhi non riescono a convergere in modo sincrono mentre si osserva un oggetto che si sta muovendo. Questa problematica è molto comune e riguarda il malfunzionamento di uno o più muscoli extraoculari, anche se è possibile attribuirla ad un’anomalia dell’apparato stomatognatico.
Inoltre, tra i problemi di propriocezione si trovano: deficit della oculomotricità, l’insufficienza di divergenza, l’eteroforie e la disparità di fissazione orizzontali e verticali, astigmatismi non corretti, errata geometria delle lenti ed occhiali non correttamente centrati.
Questi sono dei problemi visivi che possono portare ad una PAC, cioè una posizione anomala del capo, o ad un dolore cervicale maggiore e a una difficoltà a muovere il collo in modo naturale.
Le visioni ergonomicamente sfavorevoli o l’utilizzo prolungato della visione di un display possono causare la mialgia del muscolo trapezio, in quanto c’è una stretta correlazione tra la visione e i muscoli del collo.

Nella vita quotidiana queste due grandi categorie sopracitate si mescolano l’una con l’altra.
Ad esempio, nei problemi occhio e postura, le diverse componenti posturali possono essere più o meno interessate, compresi i rapporti tra i problemi di messa a fuoco e convergenza.

Stabilizzare lo sguardo e la testa: che rilevanza ha?

Si può affermare che mantenere il più possibile la stabilità dell’immagine visiva può fare in modo di ottenere maggiori e precise informazioni visive. Pertanto, la stabilizzazione dello sguardo farà in modo che il nostro sistema nervoso centrale elabori le informazioni in entrata per tradurle in comandi motori, utili ad esempio per scansare una buca. Per capirne l’importanza della stabilizzazione della testa e dello sguardo si può immaginare di trovarci un soggetto che non è in equilibrio e quindi che non presenta una buona stabilità della testa e dello sguardo, oppure nel caso in cui indossa degli occhiali in cui la centratura non è corretta. In questi casi appena citati è facile intuire che il soggetto subirà una evidente alterazione del modo di camminare e della sua stabilità proprio per adattarsi al problema visivo già esistente. Da questo ne deriva una notevole importanza dei nostri test visivi-posturali che sono in grado di dare notevoli informazioni riguardo i recettori primari e secondari, valutandone la qualità e l’efficienza della funzione posturale e visiva.

In cosa consiste l'esame visivo posturale?

L’esame a cui si fa riferimento ha come obiettivo quello di studiare ed esaminare come il sistema visivo sia integrato nel sistema tonico posturale.

Pertanto, viene analizzata la vista come recettore posturale, analizzando come il soggetto riceve ed elabora informazioni dall’esterno.
Mediante questa procedura si è in grado di capire se siamo in presenza di una disfunzione oculo-posturale e, in questi casi, è il professionista che cercherà di risolvere il problema del paziente attuando eventuali correzioni alla centratura del dispositivo ottico o prescrivendo occhiali o delle lenti a contatto.
La storia clinica del paziente risulta essere di fondamentale importanza per una valutazione completa e corretta.
Per valutare se il paziente ha bisogno di un dispositivo ottico per correggere i difetti visivi, viene effettuato un esame optometrico.
Se mediante questi esami si riscontra un problema visio-posturale verranno proposti degli esercizi mirati di rieducazione visiva e posturale, atti a ripristinare il corretto rapporto tra occhio e postura.
Il soggetto sarà chiaramente visionato e controllato da un professionista in posturologia che avrà le competenze adatte per proporre l’esercizio giusto per la risoluzione del problema.
Infine, è possibile dire che solo con una corretta valutazione mediante questi esami, può orientare l’oculista o l’ortottista verso una prescrizione adeguata.

L'importanza di una corretta postura

Negli ultimi anni medici e specialisti nel settore hanno notato un incremento dei problemi legati alla cattiva postura, a fronte del maggiore tempo che si impiega davanti allo schermo di un pc o al cellulare.

Motivo per cui si invita la popolazione ad informarsi a conoscere le problematiche derivanti dalle disfunsioni nella postura.
Senza dubbio una corretta postura ha influenza sulla qualità della vita e sul benessere di ogni individuo.
Come detto più volte, qualsiasi difetto del sistema tonico posturale ha ripercussioni sui movimenti della schiena, braccia e testa, ma anche gli occhi sono costretti a adattarsi al problema posturale.
Pertanto, una mancanza di informazioni provenienti dagli occhi, non consente un adeguato spostamento dell’asse del corpo governato dal sistema che controlla l’equilibrio.
Numerosi studi hanno testimoniato che sempre più persone assumono una postura inadeguata, una distanza tra testa e libro o tra occhi e PC anomale (troppo vicini) , ma queste cattive abitudini possono essere ridotte al minimo grazie all’aiuto di genitori e insegnanti, informando il soggetto a tutte le problematiche che ne possono derivare.
Alla luce di ciò, è evidente che per prendersi cura della propria vista in modo completo, deve essere verificato l’asseto posturale, adottando quotidianamente una postura corretta.

3. Corso Postural Analisys Test PA scopri l’importante connessione tra occhio e postura

Il nostro corso, ideato da tre professionisti del settore (sportivo e sanitario), è stato il frutto di un lungimirante progetto che grazie alla pratica, aggiornamento e sperimentazione ha consentito di integrare materie differenti come: posturologia, fisioterapia, osteopatia, scienze motorie, analisi del movimento ed altre ancora.

L’obiettivo del corso è quello di accrescere e valorizzare le competenze dei professionisti del settore nell’ambito dell’analisi posturale e visiva. In questo modo il partecipante avrà una certa interdisciplinità conoscendo i legami tra occhio e postura. Proprio questa caratteristica è la chiave d’accesso per lavorare in equipe, garantendo un’ottima professionalità che andrà a beneficio dell’utente.
Con il CORSO POSTURAL ANALYSIS TEST PA ANALISI POSTURA, l’azienda FISIOTOP ha definito una dettagliata griglia di valutazione posturale. Dove per un’analisi posturale si parte inizialmente da un’attenta anamnesi, raccogliendo tutte le informazioni sui traumi e sintomatologie del paziente.
Dopo questa fase verranno spiegati ed eseguiti i test posturali che molto spesso rappresentano il primo passo che porta alla risoluzione della sintomatologia che presenta il paziente. Pertanto, nel corso si imparerà a riconoscere le interferenze recettoriali al fine di capire quali siano le cause delle disfunsioni e su quali sistemi andare ad intervenire o meno.
Inoltre, durante lo svolgimento del corso viene spiegato e proposto un software per l’analisi della postura che è in grado di fare misurazioni riverificabili nel tempo.

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Corso HVLA Colonna e articolazioni periferiche

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Corso HVLA Colonna e articolazioni periferiche

HVLA Thrust Technique colonna vertebrale e articolazioni periferiche

Indice

2024sab18mag(mag 18)09:00dom19(mag 19)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (19)

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1. Introduzione

In questo corso pratico di manipolazione strutturale della colonna vertebrale e delle articolazioni periferiche, verranno insegnate le principali tecniche thrust di ispirazione osteopatica, chiropratica e della scuola di Maigne.

La fusione di queste principali scuole di manipolazione ci ha portato a creare un metodo innovativo efficace e sicuro delle principali tecniche di manipolazione diretta.

Il corso è rivolto a osteopati, fisioterapisti, massofisioterapisti, massoterapisti, medici e studenti di queste discipline. Potranno partecipare solamente come uditori a questo corso anche gli altri studenti del settore fitness e salute che hanno portato a termine gli
altri moduli solamente come uditori per poter conoscere e avvicinarsi a questo mondo.

Docente del corso Dott. Davide Coppo

2. Programma HVLA Thrust Technique colonna vertebrale e articolazioni periferiche Sabato/Domenica

Colonna vertebrale

  • Breve introduzione sulla teoria della manipolazione Hvla, storia evoluzione effetti e principi
  • pratica:
    • tecniche tratto cervicale alto: target occipite/atlante/ 3 tecniche
    • Tecniche cervicale tratto medio e basso: 3 tecniche
    • Giunzione cervico-dorsale : target c7-t1 tecnica indiretta/ c7-t6 omolaterale di mia invenzione/tecnica a taglio /decubito laterale/tecnica del portafoglio
    • Tecniche di manipolazione tratto dorsale e coste: butterfly/cup/dog avambracci/cavaliere /coste basse e medie
    • Tecniche lombare: lombare inferiore/tratto medio/tratto superiore/ tecnica target L5-S1

Articolazioni periferiche

  • Spalla : scapolo toracica/acromion-claveare 2 tecniche
  • Gomito: radiale/ulnare/ tecnica di apertura
  • Polso: Terger trapezio metacarpale 2 tecniche/target scafoide/semilunare/piramidale/uncinato
  • Ginocchio: perone prossimale/decoaptazione piatto tibiale
  • Anca: Tecnica presa ginocchio/ tecnica abd
  • Piede caviglia: Tibio-astragalica 2 tecniche/ tecnica primo metatarso/ navicolare/cuboide/cuneiformi
  • Sinfisi pubica: Tecnica passepartout
  • Atm: Tecnica decoaptazione.

3. REGOLAMENTO E COSTI

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4. Foto corso HVLA

5. Video corso HVLA

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