Tecniche miotensive a energia muscolare (MET): terapie manuali e ambito applicativo

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Tecniche miotensive a energia muscolare (MET): terapie manuali e ambito applicativo

Digitopressione imparare a conoscere tecnica e benefici di questa pratica tradizionale

Indice

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2025sab25gen(gen 25)09:00dom26(gen 26)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (26)(GMT+01:00)

1. Introduzione

Nel corso Terapia manuale e tecniche miotensive verranno affrontate le Tecniche miotensive a energia muscolare (MET): terapie manuali e ambito applicativo.

Nel corso della sua attività, preceduta da un decennio di sperimentazione, Fisiotop ha sviluppato un progetto di studio mirato alla conoscenza e alla comprensione dei meccanismi di funzionamento del corpo umano e dei suoi movimenti.

In questa nostra analisi ci occupiamo di MET, le tecniche miotensive a energia muscolare che costituiscono una metodologia di diagnosi e trattamento manipolativo e, quando vengono applicate, provocano contrazioni isometriche del muscolo, allo scopo di allungarlo o aumentarne la flessibilità.

2. Tecniche miotensive a energia muscolare: le origini e lo sviluppo

Le MET (acronimo del termine inglese Muscle Energy Tecnique) sono tecniche osteopatiche specifiche che permettono ai terapisti manuali di lavorare sul corpo umano, con l’obiettivo di eliminare o correggere una condizione patologica (muscolare o articolare), oppure un problema di drenaggio.

In America le tecniche dell’energia muscolare vengono utilizzate sia nella medicina osteopatica, sia in campo fisioterapico; la loro introduzione in campo medico viene attribuita a un osteopata statunitense, Fred Mitchell, che ne descrisse le potenzialità terapeutiche già nel 1948.

In precedenza, altri studiosi avevano evidenziato l’incidenza delle disfunzioni dei tessuti molli sull’equilibrio strutturale globale e quanto fosse importante, per mantenere tale equilibrio, riportare nell’organismo una ottimale armonia fasciale, anche allo scopo di prevenire le recidive.

Sulla base dei suoi studi e di quelli degli altri scienziati, il dott. Mitchell si trovò ad elaborare un sistema diagnostico e terapeutico e lo presentò alla comunità medica osteopatica americana, che accolse con favore la novità, assegnando al “metodo Mitchell” un riscontro applicativo notevole che continua ancora oggi.

2.1 I riflessi muscolari relativi alla terapia miotensiva

Il principio alla base di questa tecnica prevede che si faccia pressione su punti del corpo ben precisi, sotto i quali scorrono i canali energetici dell’individuo. Traumi psicologici e stress psicofisico possono bloccare le energie all’interno dei meridiani, causando malesseri diffusi in tutto il corpo. Intervenendo attraverso una pressione specifica sui canali, l’energia vitale che contengono viene liberata: ciò aiuta a eliminare, o perlomeno a diminuire, sia sintomi e dolori fisici, sia malessere e disturbi psicologici ed emotivi.
Per quanto riguarda il trattamento dei dolori localizzati, acuti o cronici, la digitopressione si è rivelata efficace nel caso di problemi muscolari e post operatori. Attraverso questa tecnica si può ottenere sollievo anche per quanto riguarda mal di testa e stress. Infine, spesso vi ricorrono le donne in stato interessante, per ridurre le nausee mattutine tipiche dei primi mesi della gravidanza. In generale, si può dire che la digitopressione è adatta a tutti, perché agisce sul dolore generalizzato rilasciando le endorfine, che sono gli analgesici prodotti naturalmente dal corpo. Concludendo, non sono state individuate controindicazioni alla digitopressione, né effetti collaterali di sorta. L’unico campanello d’allarme prestare attenzione è la presenza di dolore: se il paziente lo avverte, meglio interrompere la terapia. Leggeri fastidi sull’area trattata e lividi leggeri sono, invece, assolutamente normali.

2.2 Gli organi coinvolti nella terapia con le MET

Di fatto, per realizzare l’allungamento di un muscolo si stimola un’attività apparentemente opposta, quella contrattile: in realtà, dopo una fase in cui si ritrae, il muscolo si rilassa e raggiunge una lunghezza nuova, che a riposo sarà maggiore di quella precedente all’applicazione della terapia.

Anche se la definizione delle MET fa diretto riferimento al tessuto muscolare, in realtà gli organi coinvolti nell’applicazione delle tecniche miotensive sono anche altri: in primo luogo, nelle dinamiche di intervento sulle fasce muscolari, un ruolo fondamentale viene svolto anche dagli “organi muscolo-tendinei del Golgi”, uno dei meccanismi neurologici deputati a intercettare il grado di tensione sviluppato da ogni muscolo.

Poiché nelle MET il trattamento mira a produrre la contrazione volontaria dei muscoli come una reazione alla controforza esercitata dall’operatore, gli organi tendinei del Golgi svolgono un’azione di protezione delle fibre muscolari quando si verifica una contrazione eccessiva.
Ma non solo: questi particolari recettori non si limitano a svolgere solo una funzione “di emergenza”, perché le loro innervazioni sensoriali monitorano costantemente i movimenti di stiramento, rallentando o impedendo le contrazioni muscolari quando vengono rilevate come eccessive o potenzialmente dannose.

3. Come e perché si usano le tecniche a energia muscolare

Nelle MET il paziente è il soggetto che genera la forza correttiva del muscolo, mentre il terapista svolge una funzione di controllo sullo svolgimento del processo di correzione; per questo motivo le tecniche miotensive a energia muscolare vengono classificate tra quelle “attive”, prevedendo una partecipazione diretta del paziente nel trattamento.

Esistono diverse applicazioni pratiche delle MET:

• in primo luogo, tali tecniche vengono usate per allungare un muscolo contratto, accorciato o in spasmo;

• sono molto efficaci negli stati congestizi e riducono gli edemi localizzati;

• in caso di ridotta mobilità, favoriscono il riposizionamento e la funzionalità dell’articolazione interessata dalla restrizione.

Il principale vantaggio delle MET consiste nella caratteristica che le contraddistingue come tecniche applicabili a qualsiasi articolazione dell’organismo, purché quest’ultima sia in grado di mobilizzarsi attraverso un’azione muscolare volontaria.
Al paziente può essere richiesta una quantità minima o massima di sforzo, la cui durata solitamente consiste in pochi secondi e, in qualche caso, addirittura in una frazione di secondo.

3.1 La rilevanza dei concetti di "barriera" e "punto neutro" nelle MET

In stretta correlazione con le tecniche che tendono a superare le restrizioni di mobilità vi è il concetto di “barriera” che, in osteopatia, indica il limite incontrato dal range di movimento di un determinato soggetto.

A questo proposito si distinguono diverse tipologie di barriere:

  • la barriera “fisiologica”, derivante la condizione delle articolazioni, propria del paziente;
  • la barriera “elastica”, che rappresenta il limite che l’operatore può far raggiungere al paziente;
  • la barriera “anatomica”, ovvero il limite che, se oltrepassato, causerebbe una lussazione dell’articolazione.

Altro concetto fondamentale nella mobilizzazione di un’articolazione è quello che interessa il cosiddetto “punto neutro”, che va considerato come iniziale quando si pianifica una terapia basata sulle tecniche miotensive.
Nel punto neutro la resistenza al movimento passivo è minima e, per questo, rappresenta la zona di equilibrio a cui fare riferimento per ottenere un risultato ottimale dall’applicazione delle MET.

3.2 Le principali tipologie di tecniche miotensive ad energia muscolare

All’interno della categoria delle MET si distinguono diverse metodiche di intervento: l’elemento distintivo principale di ognuna delle diverse tipologie di contrazione muscolare consiste nel punto dell’articolazione -o del muscolo- sul quale viene esercitata la forza dell’operatore.

– Tecnica isometrica

L’entità della forza esercitata dall’operatore è equivalente a quella del paziente (Fo=Fp) e il punto di applicazione della forza non rileva alcun movimento.
La tecnica miotensiva isometrica viene spesso utilizzata per la riabilitazione del bacino e si articola in contrazioni della durata di circa 8 secondi.

– Tecnica isotonica (o concentrica)

In questo caso, la forza esercitata dall’operatore è inferiore rispetto a quella del paziente (Fo< Fp): viene denominata anche “concentrica” perché, inibendo i muscoli antagonisti tende ad accorciare quelli agonisti e, di conseguenza, provoca un avvicinamento muscolare.
La tecnica miotensiva isotonica è specialmente indicata quando la terapia mira ad aumentare la forza e il tono muscolare, oppure quando si vuole ripristinare la mobilità di un arto o favorire il drenaggio di un edema.

  • Tecnica isocinetica (o isotonica piramidale)
    Viene applicata con resistenze crescenti (“piramidali”, appunto), richiedendo una sempre maggiore forza esercitata del paziente.
  • Tecnica isolitica (o isotonica eccentrica)
    Prevede una forza dell’operatore superiore a quella del paziente (Fo>Fp): essendo molto traumatica, viene utilizzata soprattutto per rompere le fibrosi e le resistenze.

4. Corso di terapia manuale e tecniche miotensive

Le tecniche miotensive a energia muscolare vengono utilizzate da professionisti in settori applicativi diversi, sia orientati a scopi prettamente terapici (come nel caso della chiropratica, dell’osteopatia o della fisioterapia, anche riabilitativa), sia nella preparazione atletica e nel campo dei massaggi.

In ognuno dei diversi segmenti applicativi sarà l’operatore a scegliere la tecnica di contrazione più idonea alla specifica necessità: per esempio, per mobilizzare un’articolazione è indicata la tecnica isometrica, in cui il livello di forza esercitato dall’operatore e dal paziente è identico e avviene attraverso contrazioni piuttosto rapide.
Per un lavoro di rinforzo, invece, è indicata la tecnica isotonica, il cui esito normale è quello di accrescimento del tono muscolare.

In linea di massima, le tecniche miotensive a energia muscolare vengono utilizzate per riequilibrare uno sbilanciamento dei muscoli antagonisti o per migliorare la mobilità delle articolazioni, ma spesso servono anche a migliorare la microcircolazione nel caso di edemi.

I terapeuti che praticano le MET devono, quindi, contare su una preparazione adeguata che permetta loro di scegliere il campo applicativo più idoneo per ognuna di esse.

A questo scopo, puoi seguire il corso MTMT, organizzato da Fisiotop Academy e dedicato ai professionisti del settore, che prevede formazione e aggiornamento, fornendo tutti gli strumenti nozionistici e pratici per acquisire i fondamenti delle tecniche miotensive.

 

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Cos’è la digitopressione, come si pratica e quali sono i suoi benefici?

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Cos'è la digitopressione, come si pratica e quali sono i suoi benefici?

Digitopressione imparare a conoscere tecnica e benefici di questa pratica tradizionale

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2025sab25gen(gen 25)09:00dom26(gen 26)17:30Corso HVLAColonna e articolazioni perifericheStudio Fisiotop Cuorgnè, via Torino, 3309:00 – 17:30 (26)(GMT+01:00)

1. Introduzione

Nel corso Terapia manuale e tecniche miotensive verrà affrontata e praticata la digitopressione.

La digitopressione è una tecnica specifica volta a dare benessere psicofisico al paziente. Si basa sullo stesso principio dell’agopuntura, ossia sull’utilizzo di strumenti adatti a liberare l’energia bloccata nell’organismo affinché l’individuo possa usufruirne. Stimolando nel modo corretto precisi punti del corpo, si possono così ottenere vantaggi considerevoli e benefici a livello psico fisico. Tuttavia, per apportare risultati soddisfacenti è necessario conoscere a fondo la tecnica e i principi sui quali si basa. Il corso di digitopressione realizzato dagli specialisti di Fisiotop risponde a queste esigenze, preparando il professionista in maniera completa e approfondita.

2. Che cos'è la digitopressione e dove è nata

Come anticipato, la digitopressione ha fondamenti simili a quelli dell’agopuntura. La differenza principale tra queste tecniche è che, mentre l’agopuntura utilizza gli aghi per agire sul paziente, la digitopressione non richiede strumenti esterni al corpo dell’esperto che la pratica. Infatti, per praticarla si utilizzano mani, piedi e gomiti, che il terapista preme sui meridiani del corpo del paziente al fine di liberare le energie nel suo organismo. I meridiani sono punti stimolati anche nell’agopuntura e corrispondono a precise aree del corpo con i loro organi. Nel caso della digitopressione, quindi, gli aghi vengono sostituiti dalle dita o dai palmi delle mani.
La digitopressione è una tecnica con una lunga tradizione: nata in India quasi 8000 anni fa, tutt’oggi è una delle pratiche più comuni della medicina tradizionale cinese, anche se sta prendendo piede in Occidente grazie alla sua efficacia. Per questo motivo, molti fisioterapisti ed esperti in altri ambiti decidono di imparare come praticarla.

3. I benefici della digitopressione: accrescere il benessere fisico e psichico grazie al semplice tocco delle dita

Il principio alla base di questa tecnica prevede che si faccia pressione su punti del corpo ben precisi, sotto i quali scorrono i canali energetici dell’individuo. Traumi psicologici e stress psicofisico possono bloccare le energie all’interno dei meridiani, causando malesseri diffusi in tutto il corpo. Intervenendo attraverso una pressione specifica sui canali, l’energia vitale che contengono viene liberata: ciò aiuta a eliminare, o perlomeno a diminuire, sia sintomi e dolori fisici, sia malessere e disturbi psicologici ed emotivi.
Per quanto riguarda il trattamento dei dolori localizzati, acuti o cronici, la digitopressione si è rivelata efficace nel caso di problemi muscolari e post operatori. Attraverso questa tecnica si può ottenere sollievo anche per quanto riguarda mal di testa e stress. Infine, spesso vi ricorrono le donne in stato interessante, per ridurre le nausee mattutine tipiche dei primi mesi della gravidanza. In generale, si può dire che la digitopressione è adatta a tutti, perché agisce sul dolore generalizzato rilasciando le endorfine, che sono gli analgesici prodotti naturalmente dal corpo. Concludendo, non sono state individuate controindicazioni alla digitopressione, né effetti collaterali di sorta. L’unico campanello d’allarme prestare attenzione è la presenza di dolore: se il paziente lo avverte, meglio interrompere la terapia. Leggeri fastidi sull’area trattata e lividi leggeri sono, invece, assolutamente normali.

4. Tecniche e metodologie per praticare efficacemente la digitopressione

Attraverso questo corso di digitopressione, il futuro professionista imparerà ad applicare diversi metodi con cui il trattamento può essere somministrato. Oltre alla pressione esercitata con le dita su punti specifici del corpo e ai movimenti rotatori che ne seguono, si possono infatti utilizzare anche altre tecniche. Alcuni esempi sono l’agopuntura elettronica, che prevede di utilizzare un dispositivo elettronico al fine di individuare i canali energetici e stimolarli con precisione; oppure la moxibustione, che sostituisce la pressione delle dita sui punti specifici del corpo con il calore ottenuto tramite la combustione dei coni di artemisia o altri metodi naturali.

5. Dove si trovano i punti di pressione o meridiani sul corpo umano

Il corso per imparare a somministrare la digitopressione prevede anche l’insegnamento della mappa dei punti terapeutici sui quali applicare il trattamento. Sebbene in totale i punti di pressione siano diverse centinaia, i più utilizzati sono solo dieci, anche perché soltanto su questi è possibile premere con le dita o i gomiti in maniera efficace.
La pressione esercitata su ciascun meridiano è utile per curare sintomi diversi a seconda della zona del corpo in cui si trova. Ad esempio, il Terzo Occhio si trova sulla fronte e lavorare su di esso consente di ridurre emicrania e sinusite. Per risolvere i problemi di insonnia, i meridiani sui quali esercitare la pressione si trovano nelle vicinanze delle orecchie: lo Shen Men nella fossa triangolare, l’Amnian tra orecchio e mandibola. Vediamo adesso alcuni esempi di applicazione della digitopressione.

6. Curare il dolore alla cervicale utilizzando la digitopressione

I dolori e i fastidi cervicali sono estremamente diffusi e la digitopressione può aiutare a risolverli, anche quando altri metodi si sono rivelati inefficaci. Dato che i dolori alla cervicale derivano sia da cause fisiche, come la cattiva postura, che da cause psichiche, come l’essere sottoposti a lunghi periodi di stress, agire sui canali di pressione e i meridiani risulta essere efficace per ridurre i disturbi. In questo caso, i punti su cui il terapista agisce si trovano nella parte posteriore del collo, dalla base del cranio fino al muscolo trapezio.

7. Come la digitopressione può aiutare risolvere il mal di schiena

Come accade per i dolori alla cervicale e al collo, la cattiva postura può essere causa anche di forte mal di schiena. La pressione esercitata correttamente su punti quali la pianta del piede e il tallone rilassa i muscoli, riduce il dolore e favorisce una sensazione di relax.

8. Utilizzare la digitopressione sulle donne in gravidanza e sui neonati

La digitopressione è una tecnica universale che può essere utilizzata su qualunque individuo. Il corso digitopressione di Fisiotop permette di apprendere come applicare la tecnica anche su soggetti particolarmente delicati. Nel caso delle donne in gravidanza, esse scelgono di utilizzare la digitopressione per risolvere i problemi di nausea, per i quali si agisce con la stimolazione di alcuni punti energetici sul polso. Per quanto riguarda i neonati, invece, la digitopressione si è rivelata particolarmente efficace per risolvere i fastidi dati dalle coliche. In questo caso, le aree specifiche sulle quali esercitare la pressione delle dita, con più delicatezza di quanto si farebbe con un paziente adulto, si trovano sulla pancia, intorno all’ombelico.

9. Corso Terapia manuale e tecniche miotensive, la digitopressione: ideazione e organizzazione

l programma realizzato dall’azienda Fisiotop è incentrato sull’apprendimento delle principali tecniche attraverso cui effettuare la digitopressione e delle posizioni specifiche del corpo sulle quali agire per liberare energia, apportando benefici a livello fisico e psichico. Fisiotop è un’azienda moderna e in continuo aggiornamento, gestita da tre professionisti del settore sportivo e sanitario. Grazie ai loro diversi percorsi di formazione, gli specialisti di Fisiotop sanno venire incontro alle esigenze dei pazienti e degli altri professionisti mettendo in campo le loro conoscenze negli ambiti della fisioterapia, della posturologia e delle scienze motorie. Infatti, Fisiotop ha un’esperienza ormai decennale nel praticare e integrare i benefici di diverse tecniche, tra cui la massofisioterapia e la PNEI.
Attraverso le conoscenze trasmesse con il corso di digitopressione ideato da Fisiotop, specialisti del settore della fisioterapia o di altre discipline simili avranno l’occasione di accrescere le loro abilità, apprendendo le basi teoriche e l’applicazione pratica di una tecnica dalla lunga tradizione e di comprovata efficacia, utilizzata da migliaia di anni in tutto il mondo.

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